Fino al 4 aprile 2018 gli spazi espositivi della Fabbrica del Vapore di Milano ospitano Revolution. Musica e ribelli 1966-1970, dai Beatles a Woodstock, una mostra sulle storie, i protagonisti e gli oggetti di quel densissimo periodo che ha cambiato per sempre le vite di una generazione. Più di 500 oggetti di moda, design, film e canzoni creano un percorso che permette al visitatore di immergersi completamente nell’atmosfera del momento.
Gli anni compresi tra il 1966 e il 1970 furono caratterizzati da un idealismo ottimista, diffuso soprattutto dalla cultura giovanile. La mostra esplora quindi i temi emersi in quel periodo e ancora dominanti nella scena contemporanea, come l’ambientalismo, la globalizzazione, l’individualismo e la cultura di massa, e propone una riflessione sulle “rivoluzioni”: quante di esse hanno prodotto un cambiamento reale e duraturo e quante invece sono andate perdute?
L’onda della cosiddetta “Revolution” arriva dall’Inghilterra e porta con sé cambiamenti radicali che vanno dalla crescente attenzione per i diritti umani, al multiculturalismo e a nuove politiche neoliberali, passando per il boom scientifico e ovviamente la musica, la moda e l’arte in generale. In Gran Bretagna, in quei cinque anni, nascono grandi nomi di band come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who tra tanti altri, e alcune delle personalità più eccentriche e rivoluzionarie di quei tempi.
Anche nella società italiana avvengono profondi cambiamenti: il boom economico, l’espansione edilizia, l’enorme vendita di merci, la scolarizzazione. Gli studenti sono i primi a raccogliere la spinta libertaria nata negli Stati Uniti contestando la cultura tradizionale e “borghese”. Come ricorda Francesco Tomasi:
è il 24 gennaio del 1966 quando a Trento viene occupata la prima università italiana e da quel momento, per i due anni successivi, sono decine le università che verranno occupate. A differenza di altri paesi, in Italia il fervore della protesta dura e si articola per oltre 10 anni. Il movimento diventa di massa e coinvolge gli operai e altri strati della società e assume un carattere poli-culturale, interclassista e internazionalista
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Crediti immagini
Apertura: mostrarevolution.it
Box: Screenshot del film Blow-Up (Wikimedia Commons)