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Mostre | Il demone della modernità. Pittori visionari all'alba del secolo breve

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L’irrompere della modernità nel mondo tardo Ottocentesco e il suo deflagrare nei primi tre decenni del “secolo breve” sono il soggetto della mostra. Una modernità particolare, popolata da angeli e demoni, tra inquieto e ineffabile, tra conscio ed inconscio, tra prefigurazioni di morte e destini di luce. Una mostra insolita e forse unica, e non solo per l’Italia. È un viaggio, pregnante, forte, carico di emozioni che accompagna nelle profondità più oscure dell’inconscio e fa ascendere alle terse luminosità dello spirito.
Gennaro Favai, New York, 1930 ca. Olio su tavola
Assieme ad alcune irrinunciabili icone dell’universo simbolista, saranno presentate opere che uniscono la suggestione del simbolo e la libertà visionaria e utopistica dell’ideale, facendo compiere al visitatore un percorso teso tra scoperte di un’arte esclusiva e misteriosa e la rappresentazione drammatica e cruda, talvolta sommessa, della follia della guerra. Ma, tra resistenze e cadute, quella che viene messa in scena è la irruzione di una modernità inquieta e tempestosa, prefiguratrice di morte non meno che sfrenata celebratrice di un vitalismo tutto proteso verso nuove conquiste e nuovi miti. Anche i linguaggi dell’arte si rinnovano tumultuosamente, infrangono gli schemi rigidi di ogni classicità, le tradizionali connessioni e relazioni spazio-temporali, introducono il movimento, le sonorità estreme, le contaminazioni tra i generi. A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei: James Ensor, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Arnold Boecklin, Paul Klee, Carlos Schwabe, J.A.G. Acke, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Leon Bakst, Alfred Kubin, Felicien Rops, Gustav Moreau, Hans Unger, Lovis Corint, K. Wilhelm Diefenbach e gli italiani: Mario De Maria, Guido Cadorin, Cagnaccio di san Pietro, Bortolo Sacchi, Alberto Martini, tra gli altri.
Per tutte le informazioni: www.palazzoroverella.com
favai
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