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Picasso, le metamorfosi dell’antico

La mostra affronta, con un impianto ampio e complesso, il libero e fecondo rapporto che il pittore andaluso intrattenne con il mito e l’antichità durante tutta la sua incredibile carriera.

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La mostra Picasso Metamorfosi affronta, con un impianto ampio e complesso, il libero e fecondo rapporto che il pittore andaluso intrattenne con il mito e l’antichità durante tutta la sua incredibile carriera. La mostra, curata da Pascale Picard, promossa dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, presenta circa 200 pezzi tra opere di Picasso provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e opere d’arte antica provenienti dai principali musei che l’artista ha avuto modo di frequentare durante la sua vita e i suoi viaggi, come il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. In tutta la produzione picassiana il mito e l’antico hanno avuto il ruolo di impulso vivo e realeche ha portato a una rivoluzionaria interpretazione dei temi e delle tecniche in una nuova dimensione personale e contemporanea. Creando un percorso che coinvolge il visitatore in una caccia al tesoro alla rovescia, nelle sei sezioni sono accostate, in un efficace confronto, opere di Picasso con capolavori di arte antica – ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli, stele - che hanno esercitato un fascino profondo tale da influenzare esplicitamente le scelte stilistiche dell’artista. Il tema del bacio, prodotto in molte opere durante l’intera carriera dell’artista, scelto anche come icona della mostra, è reinterpretato da Picasso sia sotto l’influsso romantico dei grandi maestri dell’Ottocento – come Rodin (il Bacio) e Ingres (Paolo e Francesca) – sia alla luce delle sollecitazioni passionali della scultura greca.

 La seconda sezione analizza il tema della figura mitologica di Arianna, emblema della bellezza a cui Picasso associava l’idea della rinascita perpetua e ciclica della creazione artistica.La reminiscenza di questo mito rivive in numerose opere, in cui le donne dipinte dall'artista, sdraiate e assopite in un sonno quieto coniugano la suggestione della celebre Arianna addormentata del Vaticano contaminata dalle sensuali Odalische di Ingres. 

 Alle figure ibride del mondo mitologico, che hanno popolato l’immaginario creativo di Picasso, è dedicata la terza sezione. Minotauri, centauri e fauni, come la celebre Testa di uomo barbuto (1938), sono creature che vivono il dissidio tra la sfera umana e animale, che, come gli uomini in preda delle passioni, vacillano sul confine tra bene e male e di volta in volta scelgono la vita o la morte. 

 La mostra giustamente dedica ampio spazio al ruolo delle collezioni d’antichità del Louvre, poiché, dopo aver preso dimora stabile a Parigi, il museo è stato uno dei luoghi più frequentati dal giovane Picasso. Nell'estrema stilizzazione della produzione vascolare greca dell’epoca geometrica e arcaica il pittore trova fecondi stimoli che riversa nella sua produzione del primo decennio del secolo. Anche dopo la fine della Prima guerra mondiale, nel periodo del cosiddetto “ritorno all'ordine”, Picasso rielabora i principi estetici della statuaria e dei bassorilievi greci e li ripropone in chiave assolutamente personale, come nel dipinto Donna seduta (1920) 

  Un’intera sala è dedicata alla produzione fittile che Picasso avvia dopo il trasferimento nel Sud della Francia, a Vallauris, negli anni Cinquanta. La lunga collaborazione con la ceramista Suzanne Ramier gli dà modo di sperimentare la creazione e la decorazione di oggetti che attingono ai repertori archeologici della più antica delle arti plastiche. Picasso così crea ceramiche che vivono in nuova dimensione artistica, privata della funzione d’uso, come nel Portafiori a forma d’anatra.

  L’ultima sezione mette in rapporto incisione e scultura. Alle pareti sono esposte le acqueforti delle Metamorfosi di Ovidio eseguite da Picasso nel 1931 per un libro d’artista a tiratura limitata. Queste opere, condotte con segno nitido che rimandano al grafismo degli antichi vasi, dialogano perfettamente con il linearismo dell’imponente scultura in ferro saldato e dipinto di bianco La donna in giardino (1932) che giganteggia al centro della sala. 

 Con una scelta di opere famose – ma non tra le più celebri – l’esposizione ha il merito d’illuminare un ambito spesso taciuto della complessa e multiforme produzione artistica di Picasso, artista che alla più sfrenata libertà inventiva accostò la più intima e profonda rivisitazione del mito e dell’antico.  

Mostra Picasso - Metamorfosi Milano, Palazzo Reale Dal 18/10/2018 al 17/02/2019

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