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Storia dell'arte

Donne artiste nella Parigi degli Impressionisti: gli ambienti, gli incontri e i temi

Berthe Morisot, Mary Cassatt, Camille Claudel. Tre donne, tre storie diverse e tre diversi destini, accomunate però dall'essere delle grandi artiste, protagoniste nella Parigi capitale dell'arte impressionistica
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Parigi, seconda metà dell’Ottocento. Nella ville lumière dei café-chantant e degli Impressionisti, città elettiva del cosmopolitismo, fioriscono le aspirazioni di un nutrito gruppo di donne che incarnano l’anima della modernità. Vivendo con nuovo spirito d’indipendenza la loro condizione, passano disinvolte da un ruolo all’altro: da modelle ad amanti, da compagne a collezioniste e, infine, artiste. Concentreremo la nostra attenzione su tre figure femminili, le pittrici Berthe Morisot (1841-1895) e Mary Cassatt (1844-1926) e la scultrice Camille Claudel (1864-1943), artiste che a vario titolo raggiunsero una certa notorietà già in vita e che oggi si collocano come comprimarie nel complesso scenario del tempo.

La formazione artistica

Ancora nella seconda metà dell’Ottocento la formazione artistica delle donne si realizzava in contesti protetti, domestici o privati, raramente accademici, dato che, ad esempio, l’École des Beaux-Arts era preclusa alle donne. L’accesso alla pratica artistica era quindi deciso quasi a priori dai mezzi economici della famiglia d’origine. L’estrazione borghese permise quindi a Berthe Morisot e alla sorella Edma di ricevere lezioni private di disegno sin dalla giovinezza. Ma il primo maestro, Émile Guichard, scriveva alla madre: “le sue figlie hanno tanto talento che i miei insegnamenti daranno loro niente di più del piacere di dipingere - diventeranno pittrici, ma si rende conto di cosa significa? Nel suo ambiente alto borghese provocherà una rivoluzione, se non una vera catastrofe”. Nel bel giardino della grande casa di Rue Franklin le ragazze riescono però a farsi costruire un atelier, un luogo riparato e tutelato dove esercitarsi. Assecondando l’estro di dipingere a contatto con la natura, Berthe diviene poi allieva di Camille Corot, e finalmente i suoi lavori vengono ammessi al Salon del 1865.

Clicca qui per vedere un video che offre una panoramica sulla produzione di Berthe Morisot 

Al contrario Mary Cassatt, americana figlia di un banchiere di Pittsburgh, vede ostacolato il suo talento artistico proprio dalla famiglia, preoccupata del rispetto della rigida etichetta d’oltreoceano. Ciononostante Mary riesce a frequentare l’Academy of Fine Arts di Filadelfia, anche se, in quanto donna, non le è permesso lo studio del nudo. Un ruolo fondamentale nella sua formazione hanno quindi i viaggi in Europa, che le permettono di dedicarsi allo studio dei grandi maestri: Rubens, Velázquez, Correggio. Trasferitasi a Parigi, prende lezioni private e si reca al Louvre a riprodurre i capolavori del passato, e il museo diventa la sua seconda casa.

Una panoramica sulla produzione di Mary Cassatt è reperibile a questo link

Nativa della Champagne, anche Camille Claudel apparteneva alla borghesia benestante e la sua educazione, a traino del fratello Paul che diventerà un famoso intellettuale, fu affidata a un precettore. Diversamente dall’America, in Europa applicarsi alla scultura era un vero e proprio tabù per le donne. È quindi sorprendente che Camille sia stata assecondata nella sua vocazione, e che le sia stato consentito di formarsi presso Alfred Boucher, scultore pregevole e scopritore di quei talenti che poi formarono l’École de Paris: Chagall, Soutine, Modigliani, Zadkine e Lipchitz. Il provvidenziale trasferimento del padre a Parigi nel 1881 le permette finalmente l’accesso all’Accademia Colarossi, dove predilige la modellazione ispirata all’arte del quattrocento fiorentino.

Per una panoramica sulla produzione di Camille Claudel clicca qui

Gli incontri

Mentre i caffè sono il luogo di ritrovo per eccellenza degli artisti impressionisti, è nei musei che avvengono gli incontri fondamentali delle artiste, come testimonia l’epistolario di Berthe Morisot. Mentre è al Louvre, intenta a copiare i quadri del ciclo di Rubens, Berthe viene avvicinata da Édouard Manet, attratto sia dai suoi dipinti sia dall’avvenenza che le è da tutti riconosciuta. Per un certo periodo Berthe diviene sua modella ed entra così a far parte della cerchia di artisti e letterati che frequentano il salotto del giovedì di casa Manet: Degas, Puvis de Chavannes, Baudelaire e Astruc. Una volta sposata, nel suo salotto riceverà a sua volta Degas, Renoir, Monet, Caillebotte, Whistler.

Anche per Mary Cassatt il Louvre è teatro di un incontro fondamentale. Durante una delle sue giornate di studio viene ritratta da Degas nel quadro Al Louvre (Miss Cassatt).

Edgar Degas, "Au Musée du Louvre"

Mary, a sua volta, rimane incantata davanti alle opere di Degas, anche senza conoscerlo di persona, e scrive: “la vista dei dipinti di Degas ha provocato il giro di boa della mia vita artistica”. Nel 1874, durante l’esposizione al Salon parigino, Degas nota l’opera di Mary e tuttavia attende ancora tre anni prima di incontrarla de visu.

È grazie al suo maestro Boucher che Camille Claudel nel 1883 conosce Auguste Rodin, quarantenne all’inizio della sua carriera mentre lei è una sedicenne dal carattere indomito ed orgoglioso. Lavora con abnegazione l’argilla, impasta il gesso, e scolpisce il marmo acquisendo sempre maggior maestria, tanto che Rodin le affida la realizzazione di piccole parti delle Portes de l’Enfer.

Le esposizioni Le due pittrici sono assidue frequentatrici delle mostre degli impressionisti: Berthe Morisot manca solo all’esposizione che coincide con la nascita della figlia Julie. Sempre apprezzate, le sue opere raggiungono quotazioni maggiori rispetto a quelle degli altri impressionisti.

Nel 1893, grazie ai suoi studi sugli affreschi della cupola di Parma, Mary Cassatt è incaricata da Bertha Palmer, presidentessa delle donne manager, di dipingere l’affresco La donna moderna e la donna primitiva, nel padiglione della World’s Columbian Exposition di Chicago, opera purtroppo perduta.

Sin dal 1883 Camille Claudel partecipa ai Salon, dapprima come allieva di Rodin e poi come artista indipendente membro della giuria. Il suo successo personale si misura dall’attenzione che progressivamente le riserva la critica. Nel 1905, Gustave Kahn, allora principe della critica, la pone affianco a Berthe Morisot come “autentica rappresentante del genio femminile”.

I temi

Le due pittrici, amiche e solidali, interpretano l’impressionismo con una decisa indipendenza stilistica e tematica. Condividono i soggetti tratti dalla quotidianità – i bambini, gli interni domestici, le scene all’aperto, iritratti di famiglia – che se per un verso sono lo specchio della ristrettezza del loro ruolo femminile, dall’altro riflettono un approccio lirico, un occhio attento e sensibile nei confronti della vita in tutte le sue forme.

Berthe Morisot, "Nascondino"

L’ambizione di Berthe si focalizzava sul “desiderio di fissare qualcosa di fuggevole”, incarnando l’estetica dell’impressionismo con levità di tocco mediato da un certo classicismo in sottofondo.

Mary Cassatt, Il tè delle cinque, Museum of Fine Arts di Boston

Come le aveva consigliato Degas, Mary evita le pose convenzionali e offre inquadrature trasversali che sembrano suggerire una presa dal vero veloce. Al contrario i suoi modelli erano costretti a lunghe ore di posa.

Più ardita e rivoluzionaria, Camille Claudel infrange molti limiti sociali e morali, rappresentando nudi maschili e femminili in opere come La Valse. Oltre alla rappresentazione del nudo, Camille esalta un legame paritario tra i sessi e non rispetta i rapporti di forza e di potere, indiscutibili per la società del tempo. Pur non condividendo le scelte stilistiche dell’impressionismo, di fatto Camille ne condivide le scelte tematiche, l’ansia di rinnovamento, il rifiuto dell’accademismo sterile e l’adesione alla modernità che nel suo caso sfocia anche nel simbolismo.

Camille Claudel, "La valse", scultura in bronzo, 1893-95, Museo Rodin, Parigi

La fortuna

Parimenti talentuose e risolute nell’affermare la loro dignità di artiste, Morisot, Cassatt e Claudel ebbero tre destini molto diversi: nel necrologio di Berthe Morisot “Le Figaro” scrisse che “la pittrice fu, insieme a Renoir e Manet, uno dei primi Impressionisti”. Mary Cassatt nel 1904 ricevette la Legion d’onore per meriti artistici mentre Camille Claudel, dopo aver distrutto molte delle proprie opere durante ripetute crisi psicotiche, nel 1913 fu internata nel manicomio di Ville-Évrard dove rimase per 30 anni.

 Per saperne di più G. ARDOLINO, Le impressioniste. Pittrici, modelle, ispiratrici e galleriste a Montmartre, Viterbo 2005 J. P. CRESPELLE, La vita quotidiana a Parigi al tempo degli impressionisti, Milano 1981 B. DI LEO, Berthe Morisot. Professione pittrice, Milano 2005 R. M. PARIS, Camille Claudel. Frammenti di un destino d’artista, Venezia 1989 M. A. TRASFORNI, Nel segno delle artiste. Donne, professioni d’arte e modernità, Bologna 2007

Immagine di apertura: Mary Cassatt, "Little girl in a blue armchair", olio su tela, collezione Mellon. (via Wikimedia Commons)

Immagine del box: Mary Cassatt, Il tè delle cinque, Museum of Fine Arts di Boston. (via Wikimedia Commons)

 

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