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Scienze umane

Impostori veri e impostori falsi

Definire chi sia un impostore è difficile: non è un truffatore, può essere un falso impostore oppure un reale impostore. Psicoanalisti, sociologi e psicologi hanno indagato questo fenomeno difficile da definire, sempre in bilico fra vero e falso

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Un'antichissima metafora paragona la vita umana e le relazioni sociali alla scena di un teatro, sulla quale tutti si muovono impersonando un ruolo. Chi più, chi meno, quindi, in alcune circostanze dell'esistenza siamo tutti portati a indossare un'identità diversa dalla nostra e ad essere “falsi”. Ma, in qualche caso, chi finge perde la cognizione di sé e della propria vera identità e finisce per convincere se stesso e gli altri della verità della sua finzione.  

Impostore o truffatore?

La figura dell'impostore va distinta da un altro soggetto a lui imparentato: un impostore non è un truffatore che programmaticamente finge un'identità diversa dalla propria per ottenere un vantaggio materiale. Al contrario, l'impostore è un soggetto che crea un'identità fittizia per un proprio bisogno interiore e che suscita attorno a sé apprezzamento e consenso, finché la maschera che indossa non cade.  

Desiderio di superiorità

Ma quali sono i meccanismi che stanno alla base dell'impostura? Per rispondere a questa domanda possiamo seguire diverse piste. Uno dei padri della psicoanalisi, Alfred Adler, ha notato quanto possa essere utile la simulazione: una sua paziente si accorse che fingere di soffrire di emicrania le offriva una superiorità assoluta in famiglia. A questa simulazione finì con il credere lei stessa. All'origine di questo e di altri casi di simulazione c’è il desiderio di superiorità, che risuona dentro di sé come una specie di imperativo categorico kantiano “Agisci come se tu fossi o volessi essere superiore” (Alfred Adler, Il temperamento nervoso, Astrolabio, Roma 1950). Anche se Adler non parla di impostura, il caso della sua paziente circoscrive uno dei caratteri di questo comportamento: credere alla proprie simulazioni per soddisfare la necessità interiore di sentirsi superiori agli altri.

Cliccando qui trovi una sintetica biografia di Adler (da Treccani.it)

Siamo tutti impostori?

Il sociologo Erwin Goffman (La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino, Bologna 1969) suggerisce che i nostri comportamenti sociali siano sempre dettati dall'adesione a un ruolo: il cameriere, il chirurgo, il giudice ecc. sono ruoli sociali, ma anche “parti” di uno spettacolo che vengono impersonate. Tali parti sono costrittive, nel senso una certa figura sociale si identifica in certi comportamenti, atteggiamenti, modi di parlare e non in altri: da un chirurgo ci aspettiamo spirito professionale e serietà e non che ci accolga nel suo studio lanciando palline in aria. Questa considerazione ne suggerisce un'altra: fingere un'identità significa sfruttare gli stereotipi associati a quel ruolo sociale. Non tutti i ruoli, però, sono adatti per ciascuno di noi e tra il Sé individuale e il ruolo sociale può esserci una qualche tensione. Per questo alcune persone appaiono “tagliate” per un certo lavoro più di altre.  

Alla ricerca di un'altra identità

Negli impostori veri e propri accade qualcosa di diverso: a differenza di chi impersona un ruolo nella consapevolezza che esso non assorbe la sua identità (come un irreprensibile cameriere che appena entrato in cucina sbraita a più non posso), nella psiche dell'impostore si agita il bisogno di impersonare altre persone e di cancellare o nascondere la propria identità. Manfred Kets de Vries, analizzando le tesi di alcuni psicologi (in Leader, giullari e impostori. Sulla psicologia della leadership, Raffaello Cortina editore, Milano 1994) spiega quanto sia importante il “romanzo familiare” nella genesi di un impostore: spesso un impostore è stato un bambino soffocato da attenzioni da parte della madre oppure obbligato a prendere il posto del padre. Durante la crescita del futuro impostore le fantasie di grandezza non si ridimensionano. L'impostore fabbrica bugie per coprire verità spiacevoli e spesso finisce per crederci egli stesso. Abile nel fingere un'altra identità, l'impostore è anche esperto nel cogliere i bisogni e le fantasie di chi gli sta attorno e nel fornire loro una soddisfazione immaginaria: in poche parole, imbroglia chi è pronto a essere imbrogliato.

Clicca qui per leggere una sintesi della vicenda di Reefat El-sayed, indicato da De Vries come un caso di impostura (da Corriere.it)

Sindrome dell'impostore

Talvolta però l'impostura si presenta in altra forma e a essere falsa non è l'identità, ma l'impostura: è il caso di quelle persone che, raggiunto un certo successo, avvertono i propri traguardi come una messinscena o un premio immeritato. In poche parole, sono “falsi impostori”, perché giudicano se stessi come impostori, anche se a tutti gli effetti non lo sono. Questi impostori nevrotici temono l'insuccesso, la disistima altrui e, principalmente, di essere smascherati (a fronte del fatto che il loro impegno e le loro capacità sono reali). Nello stesso tempo, però, notano vari psicologi, cercano conferma della propria inadeguatezza e con i loro comportamenti possono essere all'origine della propria rovina: per esempio, commettono errori plateali o crollano di fronte alle critiche senza reagire. De Vries imputa questa condizione a uno sviluppo accidentato dell'Io, che non ha saputo dare spazio ad aspettative proprie e ha lasciato spazio a quelle (eccessive) dei genitori.

Clicca qui per leggere una riflessione sull'impostura nevrotica (da la27maora.corriere.it)

Come spesso accade per sindromi e patologie mentali, anche la nozione psicologica di impostore si muove lungo il difficile crinale che separa normalità da patologia e solleva dubbi sull'autenticità dei nostri comportamenti e sulla consapevolezza che possiamo avere di noi stessi. Nello stesso tempo, però, solleva inquietanti interrogativi sulla capacità critica di chi cade vittima dell'impostore. Crediti immagini: Apertura: Venetian Carnival Mask - Maschera di Carnevale - Venice Italy - Creative Commons, di gnuckx, su flickr (Link)

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