L'amore di Giulietta e Romeo, reso impossibile dalla rivalità delle rispettive famiglie, mostra il controllo che i gruppi parentali esercitavano sui propri giovani. In questa scena di un film di Zeffirelli puoi vedere il turbamento di Giulietta alla scoperta della vera identità di Romeo
Per contro, anche quando la scelta è volontaria, come secondo alcuni storici avviene nelle comunità contadine e nei ceti popolati, non è detto che sia una scelta d'amore: fattori più prosaici come la limitata disponibilità di possibili partner, la necessità di una compagna abile nei lavori domestici e agricoli possono risultare più determinanti.
Qui puoi vedere un corteggiamento nella società contadina della fine dell'Ottocento, tratto dal film di Ermanno Olmi, "L'albero degli zoccoli"
Nascono i sentimenti familiari
Certo è che un secolo dopo la mentalità sta sensibilmente cambiando e tra Settecento e Ottocento la letteratura si popola di romanzi che parlano di matrimoni d'amore e matrimoni di convenienza. Il protagonista di un classico della letteratura italiana, Le ultime lettere di Iacopo Ortis di Ugo Foscolo, è incapace di accettare che l'oggetto del suo amore vada in sposa a un'altra persona per interesse familiare.
Questa valorizzazione dell'amore non è un evento isolato, ma fa parte di un processo che investe più in generale l'affettività all'interno della famiglia: gli storici registrano vari casi di padri assillati dalla salute dei figli, nobildonne che allattano, cure mediche somministrate ai bambini piccoli, minor ricorso a balie. In sostanza, un insieme di pratiche e di atteggiamenti nuovi pare diffondersi dall'altro della società verso il basso. Nell'arco dell'Ottocento pare realizzarsi una rivoluzione sentimentale che porta a un rafforzamento del legame tra il genitore (soprattutto la madre) e i figli più piccoli. Anche la ritrattistica prende atto della nuova realtà e compaiono opere con genitori che esprimono affetto nei confronti dei figli, come rileva S. F. Matthews Grieco in Matrimonio e vita coniugale, in Storia del matrimonio, a cura di M. De Giorgio e Ch. Klapisch-Zuber, Laterza, Roma Bari 1996).
L'angelo del focolare
Di pari passo va formandosi l'immagine della donna angelo del focolare, che non lavora, ma si dedica alla casa e alla famiglia. È un ideale che si impone nelle fasce medio-alte della società. Ciò significa che il matrimonio d'amore è un'invenzione delle classi elevate? Di tutt'altra opinione è lo storico Edward Shorter (autore di Famiglia e civiltà, Rizzoli, Milano 1978), secondo il quale è invece nel mondo delle classi proletarie che l'amore può imporsi, ossia dove non vi sono patrimoni da tramandare, alleanze familiari da stabilire e comunità a cui obbedire.
La famiglia sganciata dalla collettività
La famiglia ottocentesca ha anche un'altra caratteristica: l'isolamento. La famiglia di antico regime vive nel collettivo, in una comunità. Con il progredire dell'industrializzazione e la trasformazione della società da rurale a cittadina intorno alla famiglia si costruiscono mura più spesse, che isolano un nucleo familiare dagli altri.
Il diffondersi dell'economia capitalista, è la tesi di Shorter, svincola la famiglia dalla comunità, che di fatto va distruggendosi; rende le donne più libere; a partire dalla metà dell'Ottocento provoca una generalizzata crescita del reddito nelle aree industriali: tutti fattori che permettono di scegliersi il partner e non di farselo imporre da un padre-padrone.
Nel contempo la classe media di negozianti e artigiani che si inserisce nella crescita economica e vede aumentare i propri guadagni può realizzare i nuovi valori di felicità domestica.
Insomma, un movimento a spirale che passa tra crescita economica, disgregazione delle comunità tradizionali, ideali romantici e nuova affettività familiare sarebbe stato all'origine del matrimonio d'amore.
Come si vede, la ricetta del matrimonio d'amore è ricca di ingredienti, ma quale sia stato a dargli il suo sapore particolare resta ancora poco chiaro.
Immagine di apertura: Anéis | Rings, di Jeff Belmonte (via flickr)
Immagine per il box: Alfred W. Elmore, "The proposal" (via Wikimedia Commons)