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La feconda idea di matriarcato

L'intellettuale svizzero Johann Jakob Bachofen propose nel XIX secolo una tesi secondo la quale nel passato era esistita una società matriarcale. Pur trattandosi di un errore storico, la tesi di Bachofen fu parte integrante delle riflessioni politiche e filosofiche di Engels, Marx e dello psicoanalista Fromm
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Nel corso dell'Ottocento, quando l'antropologia iniziava a prendere forma, in alcuni studiosi emerse l'idea che, in altri continenti e in altre epoche, la famiglia e il potere potessero essere stati organizzati in modo completamente diverso da come era avvenuto in Europa. Tra i primi a proporre questa tesi vi è stato un singolare intellettuale svizzero, Johann Jakob Bachofen (1815-1887), un professore di diritto appassionato del mondo antico e autore di un'opera intitolata Il matriarcato. Secondo Bachofen è esistito un tempo in cui erano le donne a comandare e gli uomini a obbedire. La tesi di Bachofen è spesso citata nei dizionari e nei manuali di scienze umane come un “nobile errore”: errore, perché quell'epoca non è mai esistita, ma Bachofen scambia alcune usanze e norme per una vera e propria istituzione e, inoltre, perché nei miti vede il riflesso di eventi storici in realtà mai accaduti; nobile, perché frutto di un lavoro minuzioso su un numero enorme di fonti.
Per una chiara sintesi delle diverse dottrine sul matriarcato e la loro confutazione, si veda l'articolo di Eva Cantarella Matriarcato in “Enciclopedia delle scienze sociali” – Treccani.
In effetti, il testo di Bachofen, che passa in rassegna decine di società antiche, è assai corposo. L'edizione originale era viziata da una scarsa leggibilità, perché il tipografo aveva accorpato le note al testo (con il risultato di creare, secondo lo studioso Furio Jesi, un libro che è stato “per decenni uno dei più illeggibili della letteratura scientifica”). Nonostante questi limiti, il testo di Bachofen si è dimostrato assai fecondo e ha attratto l'attenzione, tra gli altri, di Friedrich Engels (1820-1895), il compagno di strada di Karl Marx, e dello psicanalista Erich Fromm (1900-1980). La tesi centrale di Bachofen Il ragionamento di Bachofen è il seguente: nelle testimonianze di alcuni popoli antichi, come i Lidi, si trovano chiare tracce di un diritto materno; presso altri popoli antichi si trovano norme analoghe o complementari. Perciò deve essere esistito uno “stadio della civiltà” segnato dal diritto materno. Bachofen applica a questo punto il principio dell'identità della natura umana e conclude che se alcuni popoli sono stati soggetti al diritto materno, devono esserlo stati tutti. Bachofen si lancia in una descrizione poetica del principio materno e dei suoi effetti. Su di esso, infatti, «si basa il principio di universale libertà ed eguaglianza, che spesso riconosceremo quale tratto fondamentale della vita dei popoli ginecocratici; […] Gli stati ginecocratici andarono famosi per essere stati immuni da lotte intestine e per la loro avversione contro ogni perturbazione della pace » (Il matriarcato, Preambolo e introduzione, a cura di G. Schiavoni, Einaudi, Torino 1988, pp. 14-15). La successione dal diritto materno a quello paterno (che vige nelle società attuali), secondo Bachofen, è rappresentata dalla contrapposizione tra divinità diverse, Demetra e Apollo. Inoltre, è descritto dallo studioso svizzero come il passaggio da un principio materiale, come quello materno, a uno spirituale, come quello paterno, e finisce con il saldarsi con una contrapposizione più profonda tra materia, natura, fratellanza fisica da un lato e spirito e fratellanza spirituale dall'altro. Il lettore moderno rimane colpito dalle molte suggestioni proposte da Bachofen: la visione romantica della natura, la lotta degli opposti che fa trionfare lo spirito umano (eredità di Hegel), le connessioni tra religioni e modi di vivere e di pensare. Da ciò è facile capire perché Bachofen abbia potuto essere di stimolo per tanti autori o correnti di pensiero, dal socialismo alla destra tradizionale. Perché Bachofen piacque a Engels Per i socialisti l'opera di Bachofen prova che le strutture della società borghese non sono naturali, ma storiche: la famiglia borghese, la proprietà borghese ecc. non sono esistite da sempre, ma sono comparse a un certo punto della storia e possono quindi (anzi, devono, dal punto di vista dei socialisti) scomparire. Engels è un lettore entusiasta di Bachofen. Dello studioso svizzero apprezza l'aver scoperto una fase della storia dell'umanità in cui i rapporti familiari erano profondamente diversi da quelli attuali. Gli rimprovera però una certa confusione fra gli stadi dello sviluppo e della società e soprattutto il ruolo assegnato alla religione come leva decisiva della storia universale: per questa strada si finisce nel misticismo, chiarisce Engels nella seconda prefazione all'Origine della famiglia, della società e dello Stato (Editori riuniti, Roma 1970, p. 40). Per un marxista, invece, è la dimensione materiale ed economica a causare i mutamenti sociali e religiosi. Bachofen (ma più ancora un altro antropologo del diritto materno, Lewis H. Morgan) serviva ai socialisti proprio per provare le tesi del materialismo storico e legittimare con la storia passata il sogno futuro di una società più giusta di quella borghese. Perché Bachofen piacque a Erich Fromm Erich Fromm ha scritto vari articoli su Bachofen, alcuni dei quali rimasti inediti fin dopo la sua morte (si possono leggere gli scritti di Fromm su Bachofen in E. Fromm, Amore, sessualità e matriarcato, Oscar Mondadori, Milano1997). Fromm apprezza il parallelismo che Bachofen traccia tra strutture psichiche e religioni (anche se fa dipendere le prime dalle seconde e non viceversa) e vede in Bachofen una sorta di anti Freud. Mentre Freud evidenzia un legame di natura sessuale tra figlio e madre, Bachofen tratteggia caratteri non sessuali della maternità: l'affetto senza limiti, la generatività, la fusionalità. Questa descrizione è particolarmente interessante per Fromm, che cerca modelli alternativi alle relazioni gerarchiche (paterne) e conflittuali. Pensare non tanto al matriarcato, che pare smentito dalla ricerca, quanto a società matricentriche aiuta a riflettere sulla storicità dei modelli sociali e dei loro corrispondenti psichici. Fromm contrappone il patricentrismo, con i suoi principi del dovere e della competizione (cui conseguono, nella società, un'organizzazione gerarchica e, nella psiche, un lacerante senso di colpa), al matricentrismo, dominato dall'amore materno, dalla pietà, dalla libertà, dall'uguaglianza e dalla fraternità (e Fromm si arrischia ad accostare il patricentrismo alle società protestanti centro europee e il matricentrismo a quelle cattoliche dell'Europa meridionale). Il richiamo a Bachofen da parte di studiosi tanto diversi rivela quanto sia intellettualmente stimolante l'idea di una società matriarcale, fondata su principi e dinamiche affettive e comportamentali lontane da quelle occidentali.
 Sull'esistenza di società dove i rapporti familiari sono profondamente diversi da quelli occidentali puoi leggere questo articolo.
Immagine di apertura: Amazzone ferita, particolare. Roma, Musei Capitolini (via Wikimedia Commons) Immagine del box: Johann Jakob Bachofen (via Wikipedia)
Johann_Jacob_Bachofen
Amazzone_Capitolini

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