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La forza dell’unione: origini e sviluppo delle Società di mutuo soccorso

Le Società di Mutuo Soccorso hanno radici antiche ma è nella modernità industriale che trovano pieno compimento. Nascono in Inghilterra e in Francia e, fino all'avvento della previdenza sociale, svolgono un ruolo fondamentale nella tutela delle masse lavoratrici

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Tra passato e futuro

Rintracciare le radici delle Società di mutuo soccorso significa rivolgere lo sguardo all’indietro e osservare i progressi compiuti dall’uomo nel suo organizzarsi in comunità. Il motto che recita “l’unione fa la forza”, sul quale si fonda l’essenza del concetto di mutualità, è infatti lo stesso che ha spinto il singolo a uscire dal mitico stato di natura, per aggregarsi ad altri suoi simili, rinunciando così a parte della propria libertà originaria in cambio di una maggiore sicurezza personale Nelle Società di mutuo soccorso, che all’alba della rivoluzione industriale offrirono una valida risposta alle richieste di protezione e di assistenza provenienti dal mondo dei lavoratori, si può cogliere sotto diversi punti di vista il compimento di tale processo, il punto di arrivo di un sentiero aperto dall’uomo molti secoli prima. Un sentiero le cui tracce talora si perdono e si confondono tra le pieghe della storia, ma che poi ogni volta riappaiono, lasciando nell’esistenza collettiva impronte sempre più nitide e definite. Un punto di arrivo dunque e, nello stesso tempo, un punto di partenza, dal quale trarranno impulso e ispirazione le moderne organizzazioni cooperative, sindacali e politiche, che nei valori di fratellanza, solidarietà, eguaglianza e apertura verso il prossimo professati dalle Società di mutuo soccorso, troveranno il nutrimento ideale indispensabile per radicarsi profondamente nella società contemporanea. Benché rintracciabile sin dall’epoca classica, l’attività assistenziale svolta dalle organizzazioni mutualistiche a favore dei propri iscritti registrò un rapido e diffuso sviluppo in concomitanza con declino delle corporazioni medievali. Scavalcate dalla concorrenza offerta dal moderno sistema manifatturiero e divenute ostacolo al processo di modernizzazione avviato da molti governi europei nella seconda metà del ‘700, le corporazioni uscirono gradatamente di scena, dedicando la fase ultima della loro esistenza all’organizzazione delle festività religiose o allo sviluppo delle funzioni nel campo assistenziale. Recenti studi hanno rilevato come non fosse infrequente che ai lavoranti venisse concesso dai maestri la creazione di associazioni mutualistico-devozionali interne alla corporazione, dove alle pratiche religiose erano affiancate attività previdenziali. Con lo scioglimento delle corporazioni, tali associazioni avrebbero continuato a svolgere funzioni mutualistico-devozionali, per poi laicizzarsi progressivamente, trovando infine nella struttura delle prime società di mutuo soccorso il contesto ideale nel quale inserirsi.  

Le culle della mutualità

L’Inghilterra è generalmente considerata la patria delle Società di mutuo soccorso. Già nella seconda metà del XVIII sec. si assistette nelle principali città inglesi al fiorire di Friendly Societies, costituite da lavoratori che, versando contributi periodici, ricevevano un sussidio in caso di malattia. Mutuo soccorso, socializzazione, convivialità e sostegno economico ai lavoratori in occasione delle agitazioni e degli scioperi costituivano i cardini dell’attività delle Friendly Societies, che, alla metà del XIX sec. vennero riconosciute e tutelate per mezzo di una serie di leggi, che ne incoraggiarono lo sviluppo. Precoce fu la nascita dell’associazionismo mutualistico anche in Francia, sviluppatosi alla fine del XVIII secolo per mezzo di compagnie laiche (le entraide) e dedite, come le associazioni inglesi, all’assistenza degli affiliati in caso di malattia e al sostegno attivo in occasione delle agitazioni sociali. Il pieno riconoscimento giuridico di queste associazioni venne raggiunto nel 1870, dopo l’abdicazione di Napoleone III e la proclamazione della IIIª Repubblica francese, con l’effetto di stimolare la diffusione del fenomeno mutualistico associativo sul piano nazionale. In entrambi i paesi, la nascita delle Società di muto soccorso offrì un’importante stimolo alla riflessione sul significato e il valore degli ideali di solidarietà da parte di pensatori di ispirazione socialista, come Robert Owen e Pierre Joseph Proudhon, gettando inoltre i presupposti per lo sviluppo di movimenti politico-sindacali - manifestatisi precocemente in Inghilterra con la nascita Trade Unions e del Cartismo - volti a difendere i diritti di uomini, donne e bambini di fronte alle drammatiche condizioni di lavoro dettate dalla prima rivoluzione industriale. Un incidente sul lavoro o l’insorgere di qualche malattia significava infatti per l’operaio precipitare nell’abisso della povertà totale; significava affidarsi all’intervento caritatevole di qualche confraternita religiosa, al limitato solidarismo della corporazione oppure, come nel caso inglese, fare appello alla “Poor Law”, che imponeva il mantenimento del povero alla comunità, punendo gli assistiti con la privazione di ogni diritto politico e civile. In Italia, giunta in ritardo all’appuntamento con lo sviluppo industriale, le associazioni mutualistiche iniziarono a prendere forma nel corso della prima metà dell’800. Caratterizzate da una profonda ispirazione religiosa, le Società di mutuo soccorso italiane assomigliavano a Confraternite laiche, svincolate da ogni formale dipendenza dalle gerarchie ecclesiastiche, ma capaci di innestare le finalità del mutuo soccorso materiale, morale e intellettuale fornito ai propri membri nel più ampio contesto degli ideali evangelici di fratellanza, solidarietà, eguaglianza sociale e apertura verso il prossimo  

Tra il Vangelo e il Capitale

Le Società di mutuo soccorso ebbero dunque come presupposto la risposta autonoma e consapevole alla situazione di emergenza generata nell’Europa ottocentesca dalla grande trasformazione industriale. Erigendosi a protagoniste del passaggio dalla beneficenza alla previdenza, le Società di mutuo soccorso rappresentarono inoltre la prima sede di dibattito e di confronto per i ceti lavoratori e, di conseguenza, il laboratorio di un nuovo ceto politico nuovo che avrebbe davo vita ai primi partiti di massa e ai primi sindacati. Ma non si tratta soltanto di questo. Nel recepire e rielaborare tanto la vocazione di apertura e carità verso il prossimo espressa delle confraternite religiose, quanto l’attenzione rivolta dal sistema corporativo alle problematiche legate al mondo del lavoro, il mutuo soccorso può essere anche indicato come il primo concreto passo verso quel processo di laicizzazione degli ideali evangelici, che ha costituito uno dei più importanti contributi offerti dal pensiero socialista allo sviluppo del progresso umano. Prima ancora che a una Chiesa se ne contrapponga un’altra, prima ancora che l’irrigidimento dogmatico tra “bianchi” e “rossi” soffochi ogni possibilità di dialogo, nel mutuo soccorso può essere infatti ravvisato un prezioso momento di evoluzione e di sintesi, caratterizzato dalla progressiva presa di coscienza da parte dell’uomo circa la validità universale degli ideali di fratellanza, solidarietà ed eguaglianza; ossia del loro valore laico, autonomo e indipendente rispetto al riconoscimento ad essi offerto da parte di una verità rivelata. Nel corso del Novecento la crescente attenzione riservata dalla Stato alla tutela delle masse lavoratrici e il moltiplicarsi di iniziative legislative in materia, comportarono un progressivo svuotamento dei compiti fino ad allora svolti dalle associazioni mutualistiche, favorendo il passaggio dalla mutualità alla previdenza sociale. Dopo un lungo periodo di eclissi, negli ultimi decenni del secolo le Società di mutuo soccorso hanno tuttavia riacquisito considerevole importanza nell’affiancare l’organizzazione previdenziale pubblica, mostratasi sempre più in affanno nel far fronte ai pesanti costi finanziari imposti dal sistema sanitario nazionale. Il consistente ridimensionamento dello Stato sociale ha infatti aperto nuovi spazi alle organizzazioni Non profit (ossia a strutture operanti senza fini di lucro in un ampio ventaglio di settori tra i quali l’assistenza, la sanità, l’istruzione, la ricerca) capaci di offrire soluzioni alternative tanto al tradizionale modello dello Stato assistenziale, quanto a quello liberale, volto a favorire il libero gioco delle forze di mercato. Per loro natura le Società di mutuo soccorso dispongono di tutte le caratteristiche adatte per essere considerate parte integrante del sistema non profit, altrimenti indicato come il “Terzo settore”, il cui ruolo integrativo rispetto ai servizi offerti dallo Stato è diventato sempre più strategico e incisivo.

Clicca qui per approfondire lo sviluppo del mutualismo in Italia Clicca qui per leggere una tesi di laurea del Master CGIL Marche sulla storia delle società italiane di mutuo soccorso Clicca qui per vedere un video sulla storia di una delle più antiche Società di muto soccorso italiano 

Crediti immagini: Apertura: Giuseppe Pellizza da Volpedo, "Il Quarto Stato", olio su tela, 1901, Milano, Museo del XX secolo.

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