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Le figure retoriche

Attraversare senza guardare.
L’hysteron proteron

Citando un celebre verso del secondo libro dell’Eneide, Andrea Tarabbia ci presenta l’hysteron proteron, una figura che ribalta l’ordine cronologico (e logico) degli avvenimenti per mettere al primo posto il fatto più importante.
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S’io torni mai, lettore, a quel divoto triunfo per lo quale io piango spesso le mie peccata e ‘l petto mi percuoto, tu non avresti in tanto tratto e messo nel foco il dito, in quant’io vidi ‘l segno che segue il Tauro e fui dentro da esso. (Dante, Paradiso, XXII, vv. 106-111)   Prima di attraversare la strada, generalmente, guardiamo a destra e a sinistra, controlliamo che non arrivi nessuno e, poi, mettiamo avanti il primo piede. Allo stesso modo, prima di entrare in doccia, ci togliamo i vestiti, altrimenti vien fuori un disastro. Insomma: nelle nostre azioni quotidiane esistono un prima e un dopo, la cui successione è garanzia che tutto vada per il meglio. Eppure, quando parliamo o scriviamo, non sempre è così. Per esempio possiamo parlare o scrivere utilizzando una figura retorica dal nome altisonante, l’hysteron proteron, che vuol dire che ciò che viene dopo vien messo prima. È celebre il caso del verso 253 del secondo libro dell’Eneide di Virgilio: lì, si dice «moriamo e precipitiamoci nella mischia!» - il che, a ben vedere non ha senso: come fa uno a morire, e solo dopo a prendere parte alla battaglia? Logicamente non può. È un caso di hysteron proteron, una figura che ribalta l’ordine cronologico (e logico) degli avvenimenti per mettere al primo posto il fatto più importante e dargli risalto: nel verso virgiliano, la cosa che interessa davvero al poeta è la morte dei guerrieri; solo in un secondo momento per lui è importante farci sapere che essa è avvenuta nella mischia. L’hysteron proteron è molto usato nei titoli dei giornali, o sul web, che è una realtà in continuo aggiornamento: si dà prima l’ultima notizia e poi si spiega a cosa ci si riferisce. Un esempio: «Casa svaligiata. I ladri sono entrati dal retro» (è evidente che la casa è stata svaligiata dopo che i ladri sono entrati dal retro: ma il furto è più importante del modo in cui è avvenuto); oppure: «Indagini da rifare: il sospetto ha un alibi di ferro» (anche qui: prima si scopre che il sospetto è innocente, e poi si ricomincia daccapo con le indagini). Ecco: le cose accadono secondo un ordine, ma possono essere raccontate al contrario perché, a volte, a contare davvero è ciò che arriva per ultimo.   Crediti immagini Apertura: Flickr Box: Scuola di Nicolò dell'Abate, Il Cavallo di Troia, 1550 ca. (Wikimedia Commons)
Storie_di_Enea

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