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Le figure retoriche

Disegnare un chiasmo

Il chiamo è una figura retorica capace di disegnare un incrocio di parole al fine di offrire maggior ritmo e musicalità alla poesia o alla prosa. Come individuarlo in un testo? Usate l'immaginazione
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Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l'ire e i giovenil furori d'Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. (L. Ariosto, proemio all’Orlando furioso,1532) Per individuare un chiasmo ci vogliono un po’ di immaginazione (nel senso etimologico, però, vale a dire la capacità di configurare delle immagini nella propria mente) e una matita. Guardate il primo verso dell’Ariosto, e scomponetelo. Così: Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori Cosa vedete? Quattro vocaboli messi in sequenza, direte voi. E invece no: vedete una croce, forse meglio dire una X. Prendete una matita e tirate due righe oblique: la prima collega “donne” con “amori”, la seconda “cavallier” e “arme”. Ci sono, in quattro parole, due concetti che si incrociano: l’amore e la guerra. Le donne stanno con l’amore, i cavalieri imbracciano le armi. A voler seguire l’Ariosto anche nel secondo verso, vien fuori che le “cortesie” s’appaiano con le donne e gli amori, mentre le “audaci imprese” vanno al passo con i cavalieri e le armi. Ma non è questo il punto: il punto è il chiasmo, ovvero quella figura retorica che incrocia tra loro parole o concetti corrispondenti, li mette a X. Così, fateci caso, risulta che due membri di un concetto sono vicini, appaiati, mentre altri due sono distanti. Proviamoci ancora: Le donne [1], i cavallier [2], l’arme [3], gli amori [4] La guerra sta nelle posizioni [2] e [3]; l’amore in [1] e [4]. Questo chiasmo sembra dire che l’amore contiene la guerra, è più grande. Che l'amore viene prima e viene dopo. Provate a rimescolare gli elementi, e vedrete che non funziona: Le donne, gli amori, i cavallier, l’arme è moscio, non ha ritmo ed esaurisce subito i concetti. Non ha mordente, non incuriosisce. Uno legge un verso come questo e pensa che nel prosieguo del poema ci saranno storie d’amore e battaglie. Invece, a leggere l’originale, si pensa all’incontro (e allo scontro) di sentimenti, furori, si pensa a uomini e donne che si amano e combattono, ai loro corpi: c’è una grandiosità, un’universalità in tutto questo. C’è un mondo. Ora riproviamo con un’altra formazione: Le donne, l’arme, i cavallier, gli amori Questo è un buon chiasmo, perché mantiene il rapporto [1]-[4], [2]-[3]. Ma rimane più debole dell’originale, perché, di nuovo, non ne ha il passo, la musicalità, e fa intravedere subito la corrispondenza donne-cavalieri e arme-amori, rendendo tutto un po’ più immediato, più didascalico. Dunque, per fare un chiasmo, non basta fare una X. Bisogna anche riempirla di senso, di ritmo. Di immaginazione. Crediti immagini: Apertura: “Books” di shutterhacks (su flickr) Box: "X" di Kazuyoshi Kato (su flickr)  
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