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Sentieri di parole

Solo parole? No, microaggressioni

Sebbene appaiano come comportamenti comunicativi piuttosto diffusi, "che sono sempre stati fatti", le microaggressioni verbali sono veri e propri atti linguistici che possono causare dolore fisico e psicologico. Partendo da un'analisi sul peso delle parole, Francesca Dragotto illustra come riconoscerle ed evitarle.

Le parole hanno un peso? O, come lasciano intuire molte espressioni e modi di dire, "sono solo parole"?

Le parole un peso ce l'hanno eccome: hanno cioè effetti riscontrabili concretamente e, come confermato anche dalle neuroscienze, possono innescare perfino reazioni fisiologiche riscontrabili sperimentalmente. Comunicare non è quindi soltanto una facoltà astratta per parlare del mondo che ci circonda, ma molto spesso è un fatto concreto che cambia la realtà. Quando comunicare ha effetti di cambiamento sul mondo, linguisti e filosofi del linguaggio parlano di atti performativi. 

Nel numero di Aula di Lettere dedicato alla Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Francesca Dragotto ci parla in questo video di microaggressioni, che sono dei veri e proprio atti linguistici che hanno evidenti conseguenze sulle vite delle persone a cui sono rivolte. 

Apparentemente innocue e spesso giustificate da una loro presunta inevitabilità - "non te la prendere, sono solo parole", "si è sempre detto così", "si è sempre detto così, quindi non prendertela!" - quando anche talvolta difese in nome di un "insopportabile politicamente corretto" che ci porta "non poter più dire nulla" - le microaggressioni esistono e sono atti linguistici anche piuttosto frequenti.

Possono essere una componente da non trascurare anche negli episodi della violenza di genere, poiché frutto loro stesse di un rapporto di potere squilibrato che una persona può esercitare su un'altra. Non è solo una questione di violenza di genere: tutti i parlanti possono infatti essere vittime di microaggressione; ma è altrettanto facile essere, anche inconsapevolmente, dei propagatori di tali pratiche. Ecco perché è importante riconoscerle e disinnescarle, soprattutto quando noi stessi le mettiamo in atto come atto linguistico performativo.  


Crediti immagine: francescoch / iStockPhoto

1 Commenti
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claudia

13 novembre 2024 alle 09:57

Grazie.

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