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Dalla rivolta alla guerra civile

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2011

15 marzo: iniziano le manifestazioni contro il regime di Bashar al-Assad. Quasi subito il governo schiera l’esercito contro i dimostranti, in particolare nella città di Daraa, nel sud della Siria. Solo nel settembre successivo viene consentito alla Croce Rossa di visitare un carcere di Damasco. La repressione causa un migliaio di morti fra i civili; è evidente che i ribelli dispongono già di forze consistenti.

giugno: i ribelli prendono per qualche tempo il controllo di alcune regioni nei pressi del confine turco, ma vengono respinti. Rifugiatisi al di là del confine turco, alcune migliaia di ribelli (insieme a numerosi disertori dell’esercito siriano) danno vita a una formazione militare, l’Esercito siriano libero (Esl).

settembre-dicembre: battaglie fra miliziani e forze governative in varie zone del nord-ovest, con risultati alterni.

2012

gennaio-febbraio: primi scontri nei pressi di Damasco, per qualche tempo i ribelli prendono il controllo di un quartiere della capitale, ma vengono poi respinti. Anche la città di Homs è teatro di una grande battaglia, con violenti bombardamenti a opera dell’esercito regolare.

4 febbraio: la Russia e la Cina mettono il veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro una risoluzione che chiederebbe ad Assad di cedere il potere a un suo vice in attesa di negoziati.

26 febbraio: il regime organizza un referendum sulla nuova Costituzione, approvata con l’89 per cento dei voti.

aprile-giugno: missione di osservatori dell’Onu, avviata quando la repressione dell’esercito nelle città di Homs e Idlib provoca molte vittime civili. La missione viene sospesa a causa dell’aumento delle violenze.

20 maggio: dopo l’ennesima strage, gli ambasciatori siriani vengono espulsi da numerosi paesi (fra cui l’Italia, la Spagna, la Torchia, il Giappone e gli Stati Uniti).

luglio-agosto: la battaglia infuria ad Aleppo, la seconda città del paese e il più importante centro economico.

2 agosto: l’ex segretario dell’Onu Kofi Annan rinuncia, dopo alcuni mesi, al ruolo di inviato speciale in Siria alla ricerca di una mediazione con l’appoggio della Lega araba.

30 agosto: si apre a Teheran una Conferenza dei paesi non allineati. Il presidente egiziano Morsi attacca direttamente il regime siriano e chede un cambio al vertice del potere; rifiuta tuttavia l'ipotesi di interventi militari dall'esterno.

novembre-dicembre: si allargano i sospetti che il regime possa fare uso di armi chimiche, mentre continuano le stragi di civili; particolarmente grave un bombardamento aereo nella città di Helfaya, che provoca più di cento morti (alcune fonti dicono trecento). La coalizione degli oppositori al regime ottiene per la prima volta, il 12 dicembre, una sorta di riconoscimento, come rappresentanti legittimi del popolo siriano, da parte del presidente americano e di rappresentanti di alcuni paesi fra cui la Francia e l'Italia.

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