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Storia di oggi

Fine dell'occupazione americana

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Nel dicembre 2011 gli ultimi soldati americani lasciano l'Iraq. Sono passati quasi otto anni da quando George W. Bush annunciò, ottimisticamente, la fine della guerra. Il ritiro effettivo è il compimento di un impegno che il nuovo presidente americano, Barack Obama, aveva preso durante la campagna elettorale del 2008. Prima dell'ultimo ammaina bandiera, già da tempo le truppe combattenti erano state ritirate dalle città irachene e gli organici erano ormai molto ridotti; alla fine c'erano circa 50000 "addestratori" per completare la preparazione dell'esercito e della polizia iracheni. Una parte dei soldati ritirati dall'Iraq è destinata a rinforzare i contingenti in Afghanistan, il teatro di guerra prioritario per Obama.

La situazione che gli americani lasciano in Iraq è assai precaria, come dimostrano anche gli attentati che si sono verificati a Baghdad nei giorni successivi al ritiro.

Il governo dell'Iraq è in carica dal dicembre 2010 ed è presieduto da Nouri al Maliki (vedi Cronologia). Dalle elezioni erano usciti vincitori testa a testa Nouri al Maliki e Ayad Allawi. Entrambi sciiti, il primo è sostenuto dall'Iran e ha ottenuto la maggioranza di voti sciiti; il secondo è stato votato dai sunniti che non hanno boicottato le elezioni, ed è preferito dagli americani per la sua laicità. Le trattative inconcludenti fra i due hanno paralizzato a lungo la politica irachena e anche l'economia: la produzione di petrolio non ha ancora raggiunto i livelli di prima della guerra e due milioni di iracheni sono espatriati. Il nuovo governo è giunto infine a configurarsi come un esecutivo di unità nazionale.

iraq

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