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29 aprile: anniversario di nascita e di morte di Konstantinos Kavafis

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Konstantinos Kavafis (noto in Italia anche come Costantino Kavafis) è stato uno dei più famosi poeti greci contemporanei. Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1863 da una famiglia greca, trascorse parte della sua giovinezza in Inghilterra. Nel 1879 fece ritorno nella città natale, dove rimase per il resto della sua vita, lavorando come giornalista, agente di Borsa e impiegato presso il Ministero dei Lavori Pubblici. Ad Alessandria ebbe modo di incontrare personalità del panorama letterario dell’epoca, tra cui Giuseppe Ungaretti. Nel 1891 Kavafis iniziò a pubblicare poesie su giornali e riviste e sotto forma di piccole raccolte stampate privatamente. La prima raccolta completa, il canone, fu pubblicata postuma nel 1935. Essa consiste di 154 componimenti (il poeta ripudiò 27 delle sue prime poesie, che vennero pubblicate in una raccolta successiva nel 1968). Le liriche di Kavafis hanno uno stile essenziale e conciso, e sono caratterizzate da una vena ironica. Tra i temi preferiti vi sono la nostalgia, l’incertezza per il futuro, l’analisi psicologica, l’omosessualità, i piaceri sensuali. Molte delle sue poesie sono ispirate all’epoca bizantina ed ellenistico-romana, che Kavafis tenterà di far riviere attraverso i suoi componimenti.  

Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa’ voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze. Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi o Poseidone incollerito: mai troverai tali mostri sulla via, se resta il tuo pensiero alto e squisita è l’emozione che ci tocca il cuore e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi né Poseidone asprigno incontrerai, se non li rechi dentro, nel tuo cuore, se non li drizza il cuore innanzi a te.

Fa’ voti che ti sia lunga la via. E siano tanti i mattini d’estate che ti vedano entrare (e con che gioia allegra) in porti sconosciuti prima. Fa’ scalo negli empori dei Fenici per acquistare bella mercanzia, madrepore e coralli, ebani e ambre, voluttuosi aromi d’ogni sorta, quanti più puoi voluttuosi aromi. Recati in molte città dell’Egitto, a imparare dai sapienti.

Itaca tieni sempre nella mente. La tua sorte ti segna a quell’approdo. Ma non precipitare il tuo viaggio. Meglio che duri molti anni, che vecchio tu finalmente attracchi all’isoletta, ricco di quanto guadagnasti in via, senza aspettare che ti dia ricchezze.

Itaca t’ha donato il bel viaggio. Senza di lei non ti mettevi in via. Nulla ha da darti più.

E se la ritrovi povera, Itaca non t’ha illuso. Reduce così saggio, così esperto, avrai capito che vuol dire un’Itaca.

(C. Kavafis, Itaca, traduz. di F. M. Pontani)

 

Crediti immagini

Apertura: Costantino Kavafis, Itaca, Grammata  vol 9-10, pag. 286-287, 1911 (Pubblico dominio) Box: Ritratto di Costantino Kavafis nel 1900 circa (Pubblico dominio)
Kavafis
Ithaka_by_Kavafis

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