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25 novembre: contro la violenza di genere

Las Mariposas contro la dittatura di Trujillo e la violenza di genere

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione contro la violenza sulle donne: la data è stata scelta per celebrare la storia delle sorelle Mirabal, attiviste contro la dittatura di Trujillo in Repubblica Dominicana. Una dittatura che viene ricordata come feroce e particolarmente violenta, soprattutto nei confronti delle donne.

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«Se mi ammazzano, tirerò fuori le braccia dalla tomba e sarò più forte»: a chi la scongiurava di non mettersi nei guai, Minerva Mirabal rispondeva così. Oppositrice del dittatore Trujillo nella Repubblica Dominicana degli Anni ’50, ogni 25 novembre viene ricordata – insieme alle sue sorelle – in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Onu nel 1999.

Minerva, Patria, María Teresa e Dedé Mirabal sono figure di primo piano nella storia delle dittature in America Latina e nella Repubblica Dominicana e i loro nomi sono legati alla resistenza contro il regime di Rafael Leónidas Trujillo, che governò il Paese con ferocia per trent’anni. Ma le sorelle Mirabal sono anche donne vittime della violenza: il 25 novembre 1960 tre di loro  – Minerva, Patria e María Teresa – furono brutalmente assassinate dagli uomini di Trujillo. Avevano tra i 25 e i 36 anni.

La dittatura di Trujillo: machismo e repressione

Rafael Leónidas Trujillo (1891-1961) fu padrone assoluto della Repubblica Dominicana dal 1930 al 1961: attraverso la violenza, la corruzione, la repressione e il culto della personalità esercitava un controllo totale sul Paese, sfruttando sia l’apparato militare sia una fitta rete di spie e delatori. Qualsiasi forma di dissenso era soffocata con brutale efficienza, come in ogni dittatura. Ma il “trujillismo” aveva un tratto distintivo: un maschilismo esasperato.

Trujillo si presentava come “padre della patria”, si considerava superiore agli altri uomini e pretendeva di essere desiderato e venerato dalle donne. L’abuso di potere e il ricorso alla violenza, anche sessuale, erano per lui strategie utili per tenere in pugno non soltanto le istituzioni, ma persino la vita privata di singoli cittadini e cittadine.

In un contesto di questo tipo, le sorelle Mirabal diventarono per Trujillo una minaccia sociale e culturale, più che politica, poiché rappresentavano l’insubordinazione femminile a un sistema di oppressione patriarcale.

Las Mariposas

La famiglia Mirabal era benestante, ma con la dittatura aveva perso tutto in seguito a nazionalizzazioni forzate e requisizioni. Anche per questo le sorelle fin da giovani si impegnarono in politica. La più determinata fu Minerva, tra le prime donne a sfidare apertamente il dittatore, subendone le conseguenze.

Minerva aveva studiato legge all’Università di Santo Domingo, dove si era avvicinata ai movimenti della resistenza clandestina. Trujillo manifestò quasi subito un interesse ossessivo nei confronti di quella ragazza. Il rifiuto di lei sottostare ai desideri del dittatore mette in luce il legame tra potere politico e violenza di genere: più Minerva si negava, più Trujillo la perseguitava, sentendosi minacciato da quell’atto di insubordinazione da parte di una donna istruita. Così, Minerva fu imprigionata più volte e costantemente seguita dalle spie del dittatura.

Le tre sorelle Mirabal maggiori si erano unite al movimento clandestino “14 giugno”, che aveva l’obiettivo di rovesciare Trujillo, organizzando il contrabbando di armi per la resistenza e distribuzioni di materiale di propaganda. Minerva, Patria e María Teresa assunsero presto un ruolo di leadership nel gruppo, con il nome in codice di Las Mariposas (Le Farfalle).

Resistenza alle molestie

In quel contesto, la resistenza contro le molestie di Trujillo diventò per Minerva una forma di lotta politica. La cultura della violenza di genere che pervadeva la dittatura considerava, infatti, il corpo delle donne, soprattutto se politicamente attive, un campo di battaglia su cui esercitare potere e controllo, un modo per ribadire, con l’abuso, il dominio patriarcale.

Il coraggio di Minerva, 64 anni dopo, rappresenta ancora bene la ribellione a una visione del mondo maschilista che vorrebbe le donne a disposizione degli uomini. Minerva non volle mai cedere a questa logica, anche se sapeva di rischiare la vita.

L’assassinio

Il 25 novembre 1960 Minerva, Patria e María Teresa caddero in un’imboscata mentre si recavano a far visita ai loro mariti, imprigionati per attività antigovernative. Gli uomini di Trujillo le fermarono, le prelevarono dall’auto e le portarono in una zona isolata, dove le bastonarono a morte prima di gettarle in una scarpata per simulare un incidente.

La brutalità del triplice assassinio provocò un’ondata di indignazione nel Paese e accelerò la caduta di Trujillo: pochi mesi dopo, nel maggio 1961, il dittatore fu ucciso dai suoi stessi uomini. Non fu, purtroppo, l’inizio della democrazia per la Repubblica Dominicana, dato che il nuovo governo si dimostrò altrettanto autoritario. Ma la morte delle sorelle Mirabal spronò la resistenza e rappresentò un richiamo all’importanza delle donne nella lotta per la libertà.

Il sacrificio delle Mariposas, tuttavia, sarebbe stato vano senza la trasmissione di una memoria condivisa. A questo processo ha contribuito Julia Alvarez, autrice del romanzo Il tempo delle farfalle (pubblicato in Italia da Giunti) che ricostruisce la storia delle sorelle Mirabal e da cui nel 2001 è stato tratto un omonimo film con Selma Hayek. Alvarez in diverse interviste ha sottolineato il ruolo decisivo di Adele (detta Dedé), la minore delle Mirabal, non impegnata nell’opposizione e per questo risparmiata da Trujillo, proprio perché fu lei a tenere viva la memoria delle sorelle.

La resistenza è donna

Le sorelle Mirabal non furono un caso isolato. Nel mondo latino-americano le donne hanno spesso giocato un ruolo fondamentale nella resistenza, sia organizzando movimenti di opposizione sia sfidando pregiudizi e imposizioni del sistema patriarcale in Cile, Argentina, Brasile e altri paesi.

Un esempio celebre è quello delle Madri di Plaza de Mayo, un gruppo di donne argentine che, durante la dittatura militare (1976-1983), iniziarono a manifestare pubblicamente per chiedere la verità sulla sorte dei loro figli scomparsi, i desaparecidos. Anche in quel caso, la violenza di Stato si intrecciava con la violenza di genere, poiché molte delle vittime erano donne, rapite, torturate, abusate e uccise.

Come la lotta di Minerva Mirabal, la resistenza delle donne contro le dittature dell’America Latina è stata spesso duplice: contro la repressione politica e contro la discriminazione e la violenza di genere. Le sorelle Mirabal, con il loro coraggio, hanno  dimostrato che la resistenza femminile non soltanto è possibile, ma è fondamentale per abbattere i regimi autoritari e costruire una società più giusta.


Crediti immagini: Salcedo, Hermanas Mirabal / Dominican Republic - August 27, 2017 : Statues of the Mirabal sisters. Patria, Minerva, Maria (Roldys Jorge – Shutterstock)

1 Commenti
A

Antonella Calabrese

24 novembre 2024 alle 09:44

Articolo molto interessante e utile.

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