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Verso nove miliardi

L’invecchiamento nella serialità contemporanea

A partire da Grace and Frankie, alcune recenti serie televisive hanno fornito rappresentazioni dell’invecchiamento lontane dagli stereotipi più consolidati. Elisa Mandelli ne analizza personaggi e strategie narrative.

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In una società in cui gli anziani superano numericamente i giovani, la cosiddetta “terza età” è oggetto di rinnovata attenzione, dal punto di vista economico (la cosiddetta silver economy), e culturale (con spinte a ripensare la concezione dell’invecchiamento). Come la serialità televisiva contemporanea registra questi mutamenti? Che strategie mette in atto per fornire rappresentazioni aggiornate delle età della vita più avanzate?

Negli ultimi anni, serie come Last Tango in Halifax (2012-2020), Grace and Frankie (2015-2022), The Kominsky Method (Il metodo Kominsky, 2018-2021), Feud (2017), hanno provato ad andare oltre gli stereotipi sull’invecchiamento, assumendo il punto di vista delle persone anziane e raccontandole come soggetti attivi e propositivi, capaci di immaginare sé stessi al di là dei percorsi più convenzionali proposti dalla società.
Grace and Frankie, interpretata da Jane Fonda e Lily Tomlin, ha senza dubbio contribuito a rinnovare in modo sostanziale la rappresentazione dell’età matura. L’innovatività dello sguardo, la qualità della scrittura e la trascinante ironia ne hanno fatto un indiscusso successo.
Le protagoniste, settantenni, sono da decenni costrette a sopportarsi perché i rispettivi mariti sono soci in affari. Quando questi ultimi dichiarano di amarsi e volersi sposare, il mondo di Grace e Frankie crolla, ma le due riescono, insieme, ad affrontare il dolore e immaginare nuovi orizzonti per la loro esistenza.
Fin dall’inizio, la narrazione intreccia saldamente i temi della crisi sentimentale, dell’invecchiamento, della paura dell’abbandono e dell’alleanza femminile. Per le due donne, la percezione della fragilità data dal passare degli anni viene amplificata dallo smarrimento di fronte a una situazione inaspettata, che ha minato certezze apparentemente incrollabili.

Il trailer di Grace and Frankie: https://www.youtube.com/watch?v=8q3dTU182EI

Nel quinto episodio della prima stagione, Grace scivola mentre si trova con Frankie in un negozio di frozen yogurt. Stordita, sente la cameriera avvisare il 118 che «una vecchia è caduta». Arrivata in ospedale, la donna apprende di essersi rotta l’anca e subisce un’operazione. La breve sequenza si conclude con un rocambolesco salvataggio a opera di Frankie, che interviene a sostenerla mentre viene condotta suo malgrado a fare una tac. L’umorismo con cui tutto è raccontato non maschera però il terrore del decadimento fisico e della solitudine, che permane anche dopo la scoperta che l’avventura di Grace non era altro che un sogno a occhi aperti. A creare un fil rouge tra realtà e immaginazione è il gesto di Frankie, che in entrambe le linee narrative tende la mano all’amica per sorreggerla.
Imparando a superare le differenze, le protagoniste si alleano per fronteggiare un cambiamento che spaventa soprattutto perché chiede di ripensare la parte finale della propria vita, normalmente associata a un’idea di stabilità e continuità nelle relazioni affettive. Nello stesso tempo, la dolorosa frattura nella loro quotidianità forza le due donne a pensarsi come soggetti attivi del proprio invecchiamento e delle profonde modificazioni che esso porta con sé, nel corpo e nelle relazioni.
Con il passare delle stagioni, i temi legati all’avanzare dell’età guadagnano sempre più posto nella trama. Le protagoniste fanno i conti con corpi che cambiano, hanno problemi di memoria, sono vittime di truffe, rischiano gravi incidenti. I figli si impongono per portarle in casa di riposo, convinti che non possano più vivere sole.
Si delinea una sorta di catalogo di situazioni narrative che ritroviamo anche in altri racconti seriali (come Last Tango in Halifax e The Kominsky Method): l’emergere di problematiche fisiche e gli esami medici, le degenze ospedaliere, i funerali, le preoccupazioni dei figli, i mutamenti nel desiderio sessuale, i tentativi di mantenersi attivi professionalmente e di continuare a coltivare relazioni affettive significative. Situazioni non inedite nelle narrazioni mediali dell’età avanzata, ma che vengono qui proposte con uno sguardo rinnovato, coinvolto e partecipe nonostante l’ironia.
I toni della comedy, che caratterizzano in particolare Grace and Frankie e The Kominsky Method, permettono di raccontare gli stereotipi sull’età avanzata appropriandosene e smontandoli dall’interno, attraverso la risata. Non si ride dei personaggi, verso i quali rimane sempre una forte empatia, pur se essi sono tutt’altro che privi di difetti e spigolosità. Si può semmai ridere dei loro sforzi, spesso frustrati, di comprendere i codici culturali di un mondo che impone loro dei ruoli e dei percorsi di vita preconfezionati, modellati su un culto della giovinezza che lascia ai margini chi non sta al passo. E si può ridere, in modo liberatorio, dell’insanabile disallineamento che dimostrano rispetto a canoni e aspettative cui non riescono, ma in definitiva non vogliono, aderire.
Mentre negoziano e rinegoziano le proprie coordinate esistenziali, i personaggi si spostano dunque necessariamente da ciò che è intimo e personale a quanto riguarda il più ampio contesto sociale. In uno dei primi episodi di Grace and Frankie (S1, e3) viene messa in scena, fondendo magistralmente l’ironia a un senso di angosciosa consapevolezza, l’invisibilità sociale delle donne anziane, soprattutto a confronto con quelle più giovani. Quando alla cassa di un supermercato le amiche vengono ignorate da un commesso invaghito di una cliente giovane e bella, Grace esplode in una violenta crisi isterica: «Ehi! Ehi! Che razza di animale tratta così la gente?! Non mi vede?! Forse non esisto?! Le sembra giusto ignorarci? Solo perché [Frankie] ha i capelli grigi? E io non sono come [quella ragazza]?».
L’opposizione giovinezza/anzianità che si profila in questo frammento è centrale nella narrazione, sviluppandosi anche nelle storyline legate ai figli. Tuttavia l’età matura non viene raccontata solo in termini comparativi, come perdita rispetto alla giovinezza, ma come una situazione, anagrafica ed esistenziale, in cui c’è spazio per opportunità nuove e peculiari. Questo è vero anche sul piano della sessualità: Grace e Frankie fanno i conti con un desiderio che emerge in forme per loro inedite e rivendicano la possibilità di esplorarlo, intrattenendo diverse relazioni affettive e sessuali.
Un argomento che emerge anche in The Kominsky Method, quasi speculare a Grace and Frankie nel mettere in scena una coppia di amici ultrasettantenni, interpretati da Michael Douglas e Alan Arkin. Protagonisti della serie sono Sandy, un attore che insegna recitazione (dal cui “metodo” prende il nome la serie) e il suo agente, Norman. Il primo è un single che vuole mantenersi sessualmente attivo, con alle spalle svariati matrimoni e numerose relazioni con donne molto giovani, che cerca ora una relazione più stabile con Lisa, più vicina alla sua età. Norman deve invece affrontare il lutto della moglie Eileen, con cui era sposato da 46 anni. Il tema della sessualità in età anziana emerge naturalmente in riferimento alle avventure di Sandy, ma anche in relazione al personaggio di Norman. Quest’ultimo incarna un modello di mascolinità più convenzionale (lo stile di vita stabilmente borghese, il matrimonio solido e duraturo), ma, una volta vedovo, prova a reinventare la propria vita affettiva, uscendo con altre vedove e infine intrecciando con una vecchia fiamma una relazione non solo platonica.

Il trailer di The Kominsky Method: https://www.youtube.com/watch?v=wjwmS7iRyjY

Uno degli aspetti più innovativi di queste serie è proprio il fatto di mettere in scena corpi anziani sessuati, che si pongono per alcuni versi come “scandalosi”, perché mettono in discussione quanto è socialmente accettato come “appropriato” per chi è in età avanzata. Sono indubbiamente i personaggi femminili a doversi confrontare con maggiori resistenze e tabu rispetto al loro corpo e alla possibilità che esso sia, anche in quella fase della vita, portatore di desiderio. Con la loro straripante energia, Grace e Frankie affrontano a viso aperto la convenzione sociale che priva le donne anziane del diritto alla sessualità, non solo vivendola apertamente nel privato, ma ribadendola orgogliosamente nella sfera pubblica: nella terza stagione diventano imprenditrici, proponendo un vibratore con funzionalità concepite per le donne anziane.
Trovate narrative come questa minano dall’interno i luoghi comuni sull’invecchiamento che attraversano tanto i discorsi sociali quanto le rappresentazioni mediali. Entrambi tendono a desessualizzare le donne non appena si avvicinano all’età matura, immaginandole in ruoli più tradizionali e per alcuni versi più rassicuranti. Oppure, all’opposto, a marcarle come ancora sessualmente appetibili se riescono a occultare adeguatamente i segni del tempo, conformandosi a un ideale di bellezza che ha come orizzonte di riferimento la giovinezza (il “doppio standard dell’invecchiamento” individuato da Susan Sontag).

Per approfondire: Susan Sontag, ll doppio standard dell’invecchiamento (pubblicato nel 1972 su The Saturday Review): https://musecolmuso.medium.com/il-doppio-standard-dellinvecchiamento-5376ba346c9

Alcune serie contemporanee provano dunque a immaginare personaggi anziani che definiscono sé stessi svincolandosi dai più consolidati luoghi comuni, rivendicando il proprio spazio in un mondo che sembra non essere a misura di anziano. Come quando Frankie riesce rocambolescamente a far aumentare la durata di un semaforo pedonale, prima tarato sui tempi di passanti ben più giovani (s5, e4). Per abbassare il tempo medio di attraversamento, chiama a raccolta un gruppo di anziani («la nostra gente»), tra cui Lulu, «una vera lumaca» per via di un problema all’anca. Alla fine, la piccola squadra riesce a ottenere solo tre secondi in più, una vittoria apparentemente insignificante, ma fondamentale per dare conto del fatto che il mondo procede a diverse velocità.

Per approfondire
Francesca Rigotti, De senectute, Einaudi, Torino 2018
Loredana Lipperini, Non è un paese per vecchie, Giunti-Bompiani, Firenze-Milano 2020

(Crediti immagine: Pixabay)

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