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I comunisti e la famiglia primitiva

Secondo Friedrich Engels il matrimonio come istituzione ha una precisa evoluzione storica che finirà per essere superata nell'età del comunismo. Ma la famiglia che oggi riconosciamo come tale nasce proprio in seno al proletariato della società capitalistica.
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In alcune pagine del Manifesto del Partito comunista (1848) Karl Marx e Friedrich Engels replicano con enfasi a chi accusa il comunismo di voler distruggere la famiglia come nucleo di affetti per sostituirla con un'immorale comunanza di donne. Alla prima accusa Marx ed Engels ribattono che i borghesi non fanno altro che addossare ai comunisti quelle colpe di cui in realtà si sono macchiati essi stessi: nella famiglia borghese, infatti, la donna non è altro che uno “strumento di produzione”. Anzi, fondata com'è sul guadagno, la famiglia borghese prospera sul fallimento di quella operaia. Alla seconda accusa Marx ed Engels rispondono, forse con meno nobiltà filosofica ma maggior sarcasmo, che la promiscuità è un dato di fatto, perché i borghesi amano tradire le proprie mogli. Quello che può sembrare un rapido passaggio di un manifesto politico nasconde in realtà alcuni aspetti più rilevanti della riflessione comunista. Mentre nel corso dell'Ottocento, si consolida la famiglia borghese e la classe operaia ambisce a imitarla, Marx e Engels fanno della famiglia un caso di studio che comprova la dottrina del materialismo storico, secondo la quale la società borghese non è altro che un prodotto della storia e non un dogma da rispettare. In origine c'era la confusione In particolare, Marx e Engels sono colpiti dagli studi dell'antropologo statunitense Lewis Henry Morgan (1818-1881). Morgan si era reso conto che le famiglie degli indiani irochesi, che vivevano vicino alla sua città (Rochester) avevano una particolarità: un irochese chiamava “figli” sia i figli propri sia quelli dei fratelli; chiamava invece “nipoti” i figli delle sorelle. In modo simmetrico, anche una donna irochese chiamava “figli” i figli delle sorelle e “nipoti” i figli dei fratelli. A loro volta i figli chiamano “padre” anche i fratelli del padre e “madre” anche le sorelle della madre. Questa scoperta stimolò la riflessione di Morgan che giunse alla seguente conclusione: questo uso particolare dei nomi non era casuale né dovuto a particolare riverenza verso i parenti meno diretti. In realtà, come se il linguaggio fosse uno specchio fedele della realtà, quella confusione tra genitori e zii rivelava un'effettiva equiparazione delle figure. Per trovare una spiegazione a questa singolare equiparazione, Morgan ipotizzava che quello degli indiani irochesi non fosse altro che uno stadio dello sviluppo della famiglia, un momento di transizione da un'originaria situazione confusa all'attuale famiglia monogamica. Nella cultura del pieno Ottocento era un'idea che poteva attecchire facilmente. Un altro intellettuale, lo svizzero Johann Jakob Bachofen, sosteneva che in origine non vi era stata una famiglia monogamica, ma una situazione di promiscuità. Ancora Sigmund Freud, nel Disagio della civiltà, immaginava un'orda primitiva nella quale i figli si erano ribellati al padre che deteneva il possesso delle donne (un originario omicidio da cui sarebbe nato un senso di colpa sociale). Come nasce il matrimonio borghese A due intellettuali dediti a smontare le strutture della società borghese come Marx ed Engels queste considerazioni non potevano sfuggire. In realtà, Marx dedicò poco spazio alla riflessione sulla famiglia, anche se lesse con interesse l'opera di Morgan. Fu il suo amico e sodale Engels a dare alla considerazioni di Marx e alle tesi di Morgan una veste storico-filosofica in un'opera intitolata L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884). Come si evince dal titolo, il tema della famiglia è collegato a quelli più tipici della proprietà privata e dello Stato e basta questo per capire che si tratta, agli occhi di Engels, di una questione strategica.
Qui trovi un profilo sintetico di Engels
Nell'affrontare la questione della famiglia Engels abbraccia la prospettiva evoluzionistica tipica dell'antropologia del tardo Ottocento. In questa ottica l'umanità si sviluppa secondo tappe obbligate, che sono identiche presso tutti i popoli. Perciò è legittimo trovare presso gli arretrati pellerossa nordamericani la preistoria degli europei. Sostenuto da queste convinzione e da una vasta massa di relazioni antropologiche, Engels prospetta gli stadi di nascita della famiglia borghese. In origine, l'orda primitiva non conosceva regole e l'accoppiamento era libero. Successivamente si sviluppò il matrimonio di gruppo, da cui derivava l'identità per i figli tra padri e zii. Infine si è arrivati al matrimonio monogamico. A un certo punto, secondo Engels, il matrimonio è stato investito dalla logica del contratto ed è divenuto un accordo tra soci, come se fosse un'impresa commerciale. È nato così il matrimonio borghese. L'amore ideologico del matrimonio borghese Engels deve aver assorbito da Marx non solo le dottrine economiche e politiche, ma anche un certo gusto per il commento salace e la scoperta dei paradossi. E così a proposito del matrimonio borghese sostiene che, in quanto contratto, deve essere sottoscritto da persone libere, che si uniscono in nome del loro reciproco amore. «In poche parole, il matrimonio per amore venne proclamato diritto dell'uomo, e ad esser precisi non solo droit de l'homme, ma anche, eccezionalmente, droit de la femme» (F. Engels, L'origine della famiglia, della proprietà e dello stato, Newton Compton Editore, Roma 1974, p. 106). Di fatto, però, avviene il contrario, precisa Engels, perché a prevalere sono gli interessi materiali dei quali il libero consenso è solo una copertura ideologica. Per “ironia della storia”, il matrimonio è libero solo laddove non ci sono interessi materiali in gioco, ossia tra gli oppressi, vale dire tra gli operai. Perché prendersela con la famiglia Perché questa ricostruzione è importante per Engles? Perché essa contribuisce a smontare il mito della naturalezza della società borghese, cioè l'idea che la società attuale (quella della seconda metà dell'Ottocento) sia regolata da leggi immodificabili. Come tutte le sue istituzioni, secondo Engels, anche il matrimonio borghese è solo un prodotto della storia destinato a scomparire con l'imporsi della società comunista, quando l'economia di mercato lascerà spazio a un'altra organizzazione della società.
 In questo breve passo di Marx trovi l'auspicio della nascita di una società più libera
Ma se per ironia della storia Engels segnalava la libertà e l'amore solo nel matrimonio dei proletari, sempre per ironia della storia era proprio in questi anni che il matrimonio d'amore iniziava a imporsi all'intera società e senza bisogno che il comunismo trionfasse. Immagine di apertura: Engels e Marx con le loro famiglia (via Wikimedia Commons) Immagine per il box: Friedrich Engles (via Wikipedia)
Marx+Family_and_Engels
Engels_1856
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