“Una vita” è il romanzo d’esordio dello scrittore francese Guy de Maupassant, pubblicato nel 1883 come romanzo d’appendice sul quotidiano Gil Blas. Dal 1 giugno, le sale italiane proiettano l’adattamento cinematografico realizzato da Stéphane Brizé.
Presentato al festival di Venezia 2016, il film ripercorre la vita di Jeanne, unica figlia di una famiglia aristocratica della Normandia. Jeanne viene educata presso un collegio religioso e, dopo aver concluso gli studi, fa ritorno alla casa di famiglia, dove trascorre un periodo ricco di aspettative felici per il futuro. Ben presto la ragazza sposa un nobile locale, Julien de Lamare, del quale era innamorata da tempo. Le aspettative vengono però deluse poco dopo: il marito, avido e meschino, tradisce la giovane sposa con la domestica Rosalia. Iniziano così una serie di tradimenti e sofferenze, che continueranno anche dopo la nascita del figlio Paul e che accompagneranno Jeanne per tutta la vita.
A differenza del romanzo, che ha un andamento cronologico, il film di Stéphane Brizé utilizza una struttura fatta di flashback e proiezioni future. Il punto di vista coincide con quello della protagonista ed esprime il rapporto particolare, intenso e ingenuo, che Jeanne ha con il mondo. Tra i temi trasposti sul grande schermo vi sono la banalità del quotidiano, il rapporto con l’infanzia, il passaggio all’età adulta e la rappresentazione di una famiglia aristocratica, interessata a diventare “moderna”.
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