Qui puoi leggere il documento da cui è stata tratta la citazione proposta
La valutazione è neutrale?
Gli strumenti di valutazione sono anch'essi oggetto di valutazione e non solo da un punto di vista tecnico, ossia della loro efficacia.
Il 6 maggio 2014 è scoppiata una vivace polemica a proposito dei tests Ocse-Pisa, che valutano le capacità degli studenti a livello mondiale (e da anni premiano il sistema scolastico finlandese). Capofila della polemica è stato David Spiegelhalter, uno statistico di Cambridge, a cui si è unita una nutrita fila di docenti universitari, che hanno firmato una lettera pubblicata sul Guardian.
Tra le molte critiche mosse ai test Pisa, consideriamo quelle sull'impostazione, sugli effetti, sui presupposti. Per quanto riguarda gli aspetti di metodo, i critici rilevano la mancanza di considerazione del contesto: le domande del test non sono neutre, ma possono essere più o meno difficili a seconda del paese.
Per quanto riguarda gli effetti, i critici affermano che le valutazioni Ocse-Pisa generano nei governi non tanto il desiderio di realizzare obiettivi di lungo periodo (cioè un miglioramento profondo del sistema d'istruzione), ma solo quello di risalire nella classifica mondiale. In questo modo, però, non si generano effetti duraturi.
Per quanto riguarda i presupposti, i critici ampliano la prospettiva: i test misurano solo oggetti misurabili, come la capacità di risolvere problemi matematici. Ma sono questi i soli risultati attesi da un sistema educativo? O tra questi ci sono anche la crescita morale e l'educazione civica, la partecipazione democratica? L'Ocse, insomma, sembra voler incentivare solo quella doti che possono condurre ad avere un buono stipendio.
Ovviamente la risposta del Andreas Schleicher, direttore del programma Pisa, non si è fatta attendere e ha sottolineato la trasparenza del programma e il successo di alcune politiche scolastiche stimolate dagli esisti delle valutazioni Pisa-Ocse, come quelle della Germania e della Polonia.
Qui puoi leggere il testo integrale in lingua originale della lettera di Spiegelhalter
Consapevoli della relatività degli strumenti
Questa polemica fa emergere un dato importante: i test non sono neutri, anche se lo sembrano e la valutazione educativa è un “luogo di negoziazione” sui valori (secondo un'espressione di Jean Aubergny in L'évaluation des organitatios éducatives, Edition Universitaires, Paris 1898), ossia un contesto in cui si incontrano (e si scontrano) concezioni diverse dell'educazione e della società.
In altre parole, test, quiz, problemi si fondano su un punto di vista che riguarda il che cosa si deve valutare, il come si deve farlo e a quale scopo. Strumenti oggi indispensabili, ma dei cui presupposti occorre essere consapevoli.
Crediti immagini:
Apertura: "Learn", di "GotCredit"
Link: https://www.flickr.com/photos/jakerust/16846023595
Box: "Learning", di College Degrees 360
Link: https://www.flickr.com/photos/83633410@N07/7658284016/in/photolist-cEJH2A-fjyxkZ-4m5ojv-ihNtgp-8tnGwN-bpRSVN-gJjemL-88PM4K-9LXkW-aZhtG4-q77wF5-omuR6Y-dGNUyL-eaVyv6-9Md5QC-tFWybU-raCSPN-gStxEe-cHF3VJ-c5hdHC-c5hcwm-qJtzr1-dSfPUP-jr1bQZ-8vHsBS-egtPjA-ozhdsT-8PY75x-ecAan1-sEn8rN-ozgfPi-ssi4Tm-dJJmA9-d2NK9w-84EQLg-7FSYt1-dgcudA-fJFVeE-5nEZD8-dt3tjE-so6ix4-5Gp6oN-cRdHmU-ego1BZ-bzb3W2-so6hQn-ffm9sw-7J1gDR-5MXA8j-iujnmo



