Anton Rubinštejn ritratto da Il'ja Efimovič Repin (Immagine: Galleria Nazionale Tretyakov di Mosca via Wikimedia Commons)
La didattica della musica doveva essere un pallino di famiglia, visto che il fratello Nikolaj ha fondato il Conservatorio di Mosca. Nessuna, invece, la parentele con un altro gigante della tastiera, il polacco Arthur Rubinstein (1887 - 1982). Parlando di lui, il direttore e pianista tedesco Hans von Bülow diceva che era "il Michelangelo della musica". Altri pareri, invece, sono più critici perché Rubinštejn, figlio del virtuosismo romantico di Liszt e Paganini, privilegiava l'interpretazione a una precisa adesione alla pagina musicale.
Rubinštejn, oltre che concertista di fama internazionale, è stato anche prolifico compositore. Tra le sue opere, quelle che vengono ancora eseguite e meritano di essere ricordate si contano Il demone (1875), tratto dall'ominomo poema di Michail Jur'evič Lermontov, e la sinfonia n.2 detta "Oceanica".