Lo scorso 17 dicembre ha aperto al pubblico la mostra “C’era una volta Sergio Leone”, dedicata al regista romano scomparso il 30 aprile di trenta anni fa. La retrospettiva, allestita presso il Museo dell’Ara Pacis, racconta l’universo privato e cinematografico del cineasta, attraverso preziosi materiali d’archivio della famiglia Leone e della casa di produzione Unidis Jolly Film. La passione di Sergio Leone per il cinema ha le sue radici nella tradizione familiare: il padre era un regista nell’epoca d’oro del muto italiano (conosciuto con lo pseudonimo di Roberto Roberti). Nel suo percorso artistico, Sergio attraversa il peplum, il western e trova il suo culmine in C’era una volta in America. A questo sarebbe seguito un altro film di proporzioni grandiose, dedicato alla battaglia di Leningrado, del quale rimangono, purtroppo, solo poche pagine scritte prima della sua scomparsa. Le radici del cinema di Sergio Leone affondano anche nell'amore per i classici del passato e rivelano un gusto per l’architettura e l’arte figurativa che ritroviamo nella costruzione delle scenografie e delle inquadrature, dai campi lunghi dei paesaggi metafisici suggeriti da De Chirico. Seguendo queste tracce, la mostra è suddivisa nelle sezioni Cittadino del cinema, Le fonti dell’immaginario, Laboratorio Leone, C’era una volta in America, Leningrado e oltre, dedicata all’ultimo progetto incompiuto, L’eredità Leone. I visitatori sono guidati attraverso lo studio di Sergio, con oggetti personali, come la scrivania, la sua libreria e il pianoforte usato da Ennio Morricone per comporre i primi temi musicali dei film. Il percorso permette poi immergersi nei suoi film attraverso modellini, scenografie, bozzetti, costumi, oggetti di scena, sequenze indimenticabili e una ricca serie di fotografie di Angelo Novi, che ha seguito tutto il lavoro di Sergio Leone a partire da C’era una volta il West. È possibile visitare la mostra fino al 3 maggio. Il 1 gennaio, per la Festa di Roma, il Museo dell’Ara Pacis sarà eccezionalmente aperto dalle 14 alle 2.
(Crediti immagini: arapacis.it, Wikimedia Commons)