Donna armena inginocchiata accanto al corpo d'una bambina morta nei campi, "in vista dell'aiuto e della sicurezza ad Aleppo" recita la didascalia originale (Immagine: Pubblico dominio via Wikimedia Commons)
La storia del cristianesimo e dei costanti richiami biblici sono una parte costitutiva della cultura armena degli ultimi due millenni. Il monte Ararat, ceduto alla Turchia con i trattati internazionali del 1921 e 1923, continua ancora oggi a costituire un simbolo dell’Armenia e ad essa e al suo ruolo nell’ispirare la spiritualità e la fioritura artistica in Armenia è dedicata la prima sezione della mostra.
Seguono due sezioni che parlano rispettivamente della conversione degli armeni alla religione cristiana nel anno 301, come prima nazione in assoluto ad abbracciare il cristianesimo come religione di stato, e della codificazione di un nuovo alfabeto un secolo più tardi ad opera del monaco Mesrop Mashtots.
Ai traguardi artistici e architettonici dell’Armenia cristiana sono dedicate le due successive sezioni della mostra. Tra le culture del Cristianesimo orientale, quella armena ha da sempre spiccato per la sua notevole originalità e capacità di simbiosi tra influssi bizantini, islamici ed occidentali.
Infine una sezione speciale tratta della reazione da parte italiana all’atroce tentativo di annientamento del popolo armeno messo in atto in tutta la regione anatolica negli ultimi anni dell’Impero ottomano. Immagini e documenti storici fanno da supporto introduttivo ad alcuni preziosi reperti della cultura armena, di alto valore simbolico, che, tratti in salvo con gesti di eroismo, hanno acquistato nuova vita in Italia.
Centenario del genocidio degli Armeni 1915 - 2015
Dal 20 febbraio al 5 marzo 2015
Complesso del Vittoriano, Roma