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Storia dell'arte

Mostre | Le Isole incantate del Lago Maggiore nella pittura del Grand Tour

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La riapertura della visita alle Isole Borromee, il 20 marzo, coincide con l’apertura al pubblico, nel grande Salone d’Onore del Palazzo dei Principi all’Isola Bella, della grande mostra Le Isole incantate. Il Grand Tour e la pittura di veduta nei Domini Borromeo: da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton che resterà aperta sino al 25 ottobre.
Francesco Zuccarelli, La Rocca di Arona, Sala dello Zuccarelli, Palazzo Borromeo all’Isola Bella, Lago Maggiore
A coniare la definizione di “Isola Incantata”, riferendosi all’Isola Bella, fu Gilbert Burnet (1643-1715), un pastore anglicano che visitò l’Italia con un occhio molto critico nei confronti della censura ecclesiastica e delle forme di governo assolutista di molti stati italiani. Burnet fu uno dei primi viaggiatori a passare dall’Isola Bella, nel 1686, inaugurando idealmente la stagione delle immancabili tappe sul Lago Maggiore dei viaggiatori europei del Grand Tour. Da allora e sino ai tempi moderni, lo stuolo dei viaggiatori, e con essi, degli artisti che scese ad ammirare l’Isola Bella e con essa i Domini dei Principi Borromeo sul Lago Maggiore, è diventato ininterrotto, creando la fama di cui le Isole Borromee godono ancora nel mondo anglosassone e nordico in generale. Come avviene nel resto d’Italia, alle testimonianze di viaggio corrisponde un’immediata fortuna visiva delle Isole, subito al centro degli interessi del moderno vedutismo, una seconda faccia della medaglia per seguire il gradimento delle bellezze artistiche e naturali italiane. La mostra cercherà di restituire questo doppio registro della fortuna delle Isole Borromee, mettendo a confronto documenti figurativi (dipinti, disegni, incisioni) e testimonianze letterarie tra la fine del XVII e la metà del XIX secolo circa. Come testimonia il sottotitolo della rassegna, “Da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton”, Morandotti e il suo gruppo di lavoro propongono un ampio ventaglio di opere e tra esse numerose sono le riscoperte, di opere oltre che di artisti specializzatisi nell’ambito del vedutismo, riscoperte che permettono di arricchire le nostre conoscenze su un capitolo della storia dell’arte in Italia settentrionale ancora molto trascurato dagli studi e dalle occasioni espositive. L’Isola dei viaggiatori è soprattutto quella degli spettacolari giardini che evocano paragoni storico-letterari (tra l’isola di Armida ‘cantata’ dal Tasso o i leggendari giardini della regina Semiramide) e talvolta stimolano metafore più fantasiose (al tedesco Keyssler sembrava una di “quelle guantiere foggiate a mo’ di piramide in cui siamo soliti servire in tavola i dolciumi”); i giardini non lasciano mai indifferenti i visitatori, anche quando si tratta di criticarne l’artificiosa concezione negli anni della progressiva attenzione per il giardino paesaggistico. Secondo schemi consueti nei resoconti di viaggio, le testimonianze rimandano le une alle altre, sancendo convenzioni di lettura che diventano veri e propri ‘stereotipi’. Con la piacevole sorpresa di verificare che improvvisamente Milano, grazie alle bellezze naturali dell’Isola Bella e dell’Isola Madre, divenne la città dei giardini e dei giochi d’acqua, come non era mai stata prima, almeno agli occhi dei viaggiatori.  
Dal 20 marzo al 25 ottobre 2015 Le Isole incantate. Il Grand Tour e la pittura di veduta nei Domini Borromeo: da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton Palazzo Borromeo all’Isola Bella, Lago Maggiore
   
isoleinca
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