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Storia e Geografia

4 novembre 1966: l’alluvione di Firenze

50 anni fa lo straripamento dell’Arno che provocò danni enormi nel capoluogo e in diverse zone della Toscana
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Il 4 novembre 1966 si verifica uno dei più gravi disastri alluvionali mai avvenuti in Italia. A seguito di una eccezionale ondata di maltempo, il fiume Arno straripa in più punti invadendo la città di Firenze. L’alluvione non riguarda solo il centro, ma anche quartieri periferici e altri comuni del bacino dell’Arno. Nei giorni precedenti le precipitazioni sono violente e intense: la pioggia cade quasi ininterrottamente dal 25 ottobre, ma la piena non sembra destare nessuna preoccupazione. Durante la notte tra il 3 e il 4 novembre cadono tra 180 e 200 mm d’acqua (più della media del solo mese di novembre) e il fiume inizia a rompere gli argini in diverse zone della Toscana. All'alba di venerdì 4 novembre è la volta di Firenze: la piena invade la città e in poche ore i quartieri storici vengono sommersi. L’acqua raggiunge livelli considerati inarrivabili, nel pomeriggio si verificano picchi di oltre 5 metri. L’allarme viene lanciato all'ultimo momento e i soccorsi sono effettuati con mezzi improvvisati. Oltre alle vite umane, si teme per il patrimonio artistico della città. Ponte Vecchio rischia di essere spazzato via dalla corrente di acqua e fango, mentre la Biblioteca Nazionale e Santa Croce vengono allagate. La sera del 4 novembre l’Arno rientra nel suo corso. Il bilancio è di 35 vittime (17 nel capoluogo e 18 negli altri comuni), inestimabili danni al patrimonio artistico e una città devastata. Firenze è isolata: le strade sono bloccate, i ponti sommersi e le linee elettriche e telefoniche interrotte. I soccorsi inviati dal governo non riescono a raggiungere la città. La Protezione Civile non esiste ancora ma si assiste a una delle prime grandi mobilitazioni di volontari. I protagonisti di questa grande ondata di solidarietà sono infatti, insieme ai fiorentini, i ragazzi di tutto il mondo, che raggiungono il capoluogo toscano per aiutare a salvare le opere d’arte sommerse dalla piena. È in questa occasione che nasce l’espressione “Angeli del fango”, utilizzata dal giornalista Giovanni Grazzini sul Corriere della Sera.
Chi viene anche il più cinico, anche il più torpido, capisce subito [...] che d’ora innanzi non sarà più permesso a nessuno fare dei sarcasmi sui giovani beats. Perché questa stessa gioventù [...] oggi ha dato, [...] , un esempio meraviglioso, spinta dalla gioia di mostrarsi utile, di prestare la propria forza e il proprio entusiasmo per la salvezza di un bene comune”. Onore ai beats, onore agli angeli del fango.
Per l’anniversario dei 50 anni, il Corriere della Sera ha preparato uno speciale multimediale. Clicca qui per navigare tra interviste, video e foto inedite. Clicca qui per vedere la puntata di La Storia Siamo Noi dedicata all'alluvione
Crediti immagini Apertura: Sottopassaggio del Viale Fratelli Rosselli ancora invaso dall'acqua. Sul muro è ben visibile la traccia lasciata da questa, nelle ore della massima inondazione (Wikimedia Commons) Box: Volontari che aiutano a mettere in salvo i dipinti degli Uffizi (Wikimedia Commons)
alluvione firenze
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