La leggenda di Romolo e Remo narra che i due gemelli fossero figli di Rea Silvia, discendente di Enea, e il dio Marte. Rea Silva era diventata vestale per volere dello zio Amulio, che aveva fondato la città di Alba Longa. Essendo obbligo per le vestali la castità, una volta partorito la donna fu condannata a morte e i bambini messi in una cesta sulle rive del Tevere su ordine di Amulio. Una lupa, attirata dai vagiti dei bambini, li raggiunse e li allattò. I gemelli furono poi adottati da una coppia di pastori, che li crebbe come loro figli.
Questa è la leggenda sulla fondazione di Roma, fissata dal mito e dalla storia nel 753 a.C. Per la prima volta questo mito diventa un kolossal, Il primo re, lungometraggio italiano diretto dal regista Matteo Rovere e interpretato da Alessio Lapice nei panni di Romolo e Alessandro Borghi nei panni di Remo. Il film è ambientato proprio nel 753 a.C., al momento dell’esondazione del Tevere, quando i due gemelli, pastori, perdono tutto e vengono catturati come prigionieri. Tuttavia, grazie alla loro astuzia riescono a provocare una rivolta e iniziare così un lungo viaggio verso quella che sarà la fondazione di Roma. Lungo questo sanguinoso viaggio, sfideranno gli dei e loro stessi. Il film, uscito nelle sale il 31 gennaio, è recitato in protolatino e sottotitolato in italiano per un maggiore realismo. I dialoghi sono ridotti al minimo per dare spazio a un’azione cruda e spettacolare, che racconta tramite scene forti e storicamente accurate questo mito alla base della nostra civiltà.
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