L’epistrofe o epifora è la figura retorica che si forma posizionando la stessa parola alla fine di un verso o di una frase.

L’anaclasi è la figura retorica che usiamo ogni volta che ripetiamo una frase modificandola un poco ma ribaltandone completamente il senso.

Usare il silenzio come un artificio retorico: tramite la poesia Veglia di Ungaretti, Andrea Tarabbia riconosce l’importanza di questo stratagemma nella scrittura.

Parente stretto dell’ellissi, lo zeugma è una figura retorica molto specifica in cui usiamo un solo verbo quando ce ne vorrebbero due. «Parlar e lagrimar vedrai insieme»: quando tiene insieme due azioni non congruenti a livello semantico, lo zeugma è anche vicino alla sinestesia.

L'ipallage è una figura retorica che divide la frase, scombinando le coppie sostantivo-aggettivo. Qualcuno dice che può essere chiamata anche enallage, mentre altri sostengono che quest’ultima sia fondata sulla sostituzione di parti del discorso.

Andrea Tarabbia presenta "Che figura!", libro di Cecilia Campironi che illustra con grande efficacia e fantasia le figure retoriche