Il 12 febbraio di cento anni fa veniva stampato a Milano, in Via Santa Maria alla Porta, il primo numero de “L’Unità”. Fondato da Antonio Gramsci, il giornale era indicato nel sottotitolo come “Quotidiano degli operai e dei contadini”.

Nel settembre del 1923, Gramsci scrisse una lettera al Comitato Esecutivo del Partito Comunista d’Italia (PCdI) in cui descriveva come aveva immaginato il quotidiano. “Dovrà essere un giornale di sinistra, della sinistra operaia, rimasta fedele al programma ed alla tattica della lotta di classe”, si legge nella lettera. Gramsci spiega che per “assicurare la sua esistenza legale per il più lungo tempo possibile” il giornale non doveva indicare nessun partito e non doveva rendere esplicita la “dipendenza di fatto” dal Partito Comunista. “Io propongo come titolo L’ Unità puro e semplice”, continua il fondatore, “che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale, perché […] dobbiamo dare importanza specialmente alla questione meridionale”.

Per leggere la lettera completa di Antonio Gramsci sul sito dell’Unità clicca qui.

La pubblicazione del quotidiano fu soppressa nel novembre del 1926 in seguito alle leggi fasciste sulla stampa. Negli anni successivi venne pubblicato clandestinamente e in modo saltuario, diventando nel 1928, “Organo del Partito Comunista d’Italia” (poi “Organo del Partito Comunista italiano” fino al 1991). Nel 1944 il giornale uscì dalla clandestinità e riprese la pubblicazione ufficiale a Roma, cui si unirono nel 1945 le edizioni di Milano, Genova e Torino. Nel 1957 rimasero le edizioni di Roma e Milano, poi di nuovo unificate. Negli ultimi 25 anni la pubblicazione è stata interrotta per tre volte. a causa di crisi di vendite e situazioni debitorie. Il quotidiano è tornato in edicola nel maggio del 2023. 

Crediti immagini
Homepage: La prima pagina de L'Unità del 12 febbraio 1924 (Wikimedia Commons)