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I Bizantini in mostra a Napoli

Il MANN ospita oltre quattrocento opere che raccontano l’Impero Romano d’Oriente 

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Dal 21 dicembre il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) ospita la mostra "Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario" che, dopo circa quarant’anni dall’ultima esposizione in Italia, racconta il mondo affascinante e complesso dell’Impero Bizantino. Il percorso si sviluppa attraverso quindici sezioni, con un focus su Napoli. Dopo la conquista da parte di Belisario nel 536 d.C., la città rimase, infatti, “bizantina” per circa sei secoli, sino al 1137 quando si consegnò al re di Sicilia, il normanno Ruggero II.  “Anche quando il dominio bizantino di Napoli evaporò, questo legame con l'Impero non fu mai rinnegato e si trasformò in volano per tenere vivi i contatti con il Mediterraneo, la tensione verso altri mondi. Il MANN è quindi il luogo ideale in Italia per raccontare questa storia”, commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini.

L’esposizione comprende oltre 400 opere, provenienti dalle collezioni del MANN e da 57 dei principali musei e istituzioni che custodiscono materiali bizantini in Italia e in Grecia. Alcuni dei materiali, rinvenuti nel corso degli scavi per la realizzazione della metropolitana di Salonicco e della linea 1 della metropolitana di Napoli, sono visibili al MANN per la prima volta. Si tratta di sculture, mosaici, affreschi, instrumentum domesticum, sigilli, monete, ceramiche, smalti, suppellettili d’argento, oreficerie ed elementi architettonici, che raccontano un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e arricchito da innesti culturali iranici e arabi.

Nell’atrio del MANN, accanto alla croce e al chrismón (il monogramma composto dalle lettere greche X-chi e P-rho), alcuni oggetti simbolici introducono al percorso espositivo che si sviluppa nel Salone della Meridiana: un viaggio nella storia dei Bizantini dal 330 al 1204, anno della quarta crociata, che determinò la conquista latina di Costantinopoli e il momento cruciale nel processo di dissoluzione dell’Impero. Nel Salone della Meridiana, due manufatti rappresentano il mondo in profonda trasformazione: la statua di un giovane aristocratico romano e il busto del pensieroso filosofo greco dal Museo archeologico di Salonicco. Presto, infatti, le classi aristocratiche si faranno portavoce di un nuovo sentimento cristiano: l’imperatore non sarà più considerato un dio in terra ma il rappresentante in terra dell’unico Dio e Costantinopoli diverrà la porta di accesso a una nuova dimensione.

Il percorso di visita all’interno del Salone racconta le caratteristiche della società bizantina: oltre ai reperti, l’esperienza di visita è amplificata da contenuti multimediali, con video che ripropongono la ricostruzione di Bisanzio nel momento del suo massimo splendore, le principali tipologie edilizie e i codici miniati, e dalla grafica di sala, connotata dal colore giallo oro, che presenta mappe, linee del tempo, gigantografie e riproduzioni in dettaglio di siti di culto ortodosso, interni di chiese e monasteri, mosaici delle chiese ravennati e opere iconiche inamovibili.

Tra i manufatti, sculture e monete, creano una vera e propria galleria dei ritratti di imperatori (tra i quali Teodosio, Giustiniano, Basilio II, Giovanni II Comneno). Si trovano, inoltre, croci greche d’oro e d’argento, bolle, collane, encolpi, croci pettorali e pendenti, sigilli di autorità della Chiesa d’Oriente, suppellettili della vita quotidiana, gioielli con gemme e pietre preziose, e opere che testimoniano l’importanza del sacro nella cultura bizantina (pannelli con soggetti religiosi, basi d’altare, calchi in gesso di transetti ravennati, straordinari capitelli, lastre di pulpito, parti di sarcofagi e di iconostasi, ampolle ed epigrafi).

Una sezione, infine, è dedicata alla scrittura e alla produzione libraria e documentaria. Il permanere in Oriente della macchina burocratico-amministrativa romana e l’alfabetizzazione diffusa hanno consentito da un lato la conservazione delle opere scientifiche, letterarie e filosofiche in greco, giunte a noi proprio grazie a Bisanzio; dall’altro la conoscenza indiretta di testi che non si conservati materialmente, ma sono citati nelle opere degli eruditi bizantini.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 13 febbraio 2023.

Per consultare il sito del MANN clicca qui.

Crediti immagini
Homepage e articolo:
Locandina della mostra (mann-napoli.it)