Dal 5 aprile, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) ospita la mostra “Picasso e l’antico,” che si inserisce nel programma internazionale organizzato a cinquant’anni dalla morte dell’artista catalano (8 aprile 1973), dal titolo “Picasso Celebrazioni 1973 – 2023: 50 mostre ed eventi per celebrare Picasso.”
L’esposizione, allestita nelle sale della Collezione Farnese, racconta l’influenza che il Museo ha esercitato sull’opera di Picasso. Il percorso è diviso in due sezioni: nella prima viene presentato l’aspetto del Museo al tempo della visita dell’artista (1917), mentre la seconda offre un confronto tra le opere che potrebbero aver rappresentato delle fonti di ispirazione e i lavori realizzati da Picasso.
L’influenza del viaggio in Italia sulla produzione dell’artista è ben conosciuta. Si pensa che l’impatto delle opere viste a Napoli, Roma e Firenze abbiano contribuito al rafforzamento della tendenza verso il naturalismo del cosiddetto “secondo periodo classico”. La visita a Pompei e al Museo Nazionale, che in quegli anni esponeva la Collezione Farnese insieme a opere provenienti da Ercolano e Pompei, avrebbe influito sullo stile del naturalismo, facendogli assumere in questa fase forme esplicitamente classicizzanti. Ne sono testimonianza dipinti e disegni non cubisti degli anni dal 1917 al 1925 e l’opera grafica degli anni ’30, a partire dalle stampe che compongono la cosiddetta Suite Vollard (1930-1937).
Secondo John Richardson, storico dell’arte e principale biografo di Picasso, nel realizzare la serie di cento stampe che fanno parte della Suite Vollard, l’artista avrebbe tratto ispirazione all’Ercole Farnese. La statua avrebbe, infatti, esercitato un grande fascino sul pittore catalano, che vi avrebbe fatto riferimento sia in termini formali (per le dimensioni e le proporzioni tra le parti del corpo) sia come contenuto (Picasso si sarebbe identificato nell’immagine dell’eroe, con il volto pensoso e la testa abbassata sotto il peso delle fatiche). Nonostante l’opera non fosse particolarmente apprezzata dai contemporanei di Picasso, fin dalla sua scoperta, avvenuta nel 1546, era stata una tra le statue più celebri dell’antichità classica, ispirando artisti come Michelangelo, Annibale Carracci e Rubens. Oltre all’Ercole, altre sculture della Collezione sarebbero servite da ispirazione per il maestro catalano, tra le quali il Toro Farnese, il ritratto di Antinoo, e la testa colossale di Artemide tipo Ariccia, nota come Era Farnese.
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Crediti immagini
Apertura e homepage: Locandina della mostra (mann-napoli.it)