L’Accademia di Svezia ha assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2022 alla scrittrice francese Annie Ernaux, “per il coraggio e l'acutezza clinica con cui svela le radici, gli estraniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.
Nata nel 1940 ed è cresciuta nella piccola città di Yvetot, in Normandia, la scrittrice nei suoi testi ha esaminato da diverse angolazioni una vita segnata da disparità di genere, lingua e classe. Il suo percorso – si legge sul sito del Premio Nobel – è stato lungo e faticoso.
L'esordio di Annie Ernaux è avvenuto nel 1974 con Les armoires vides (1974; Gli armadi vuoti, 1996) ma è stato il suo quarto libro, La place (1983; Il posto, 2014), a segnare la sua svolta letteraria. In un testo di circa cento pagine, l'autrice realizza un ritratto spassionato del padre e dell'intero ambiente sociale in cui era vissuto. In Une femme (1987; Una donna 2018;), uno scritto che si muove tra narrativa, sociologia e storia, Ernaux propone invece un omaggio a sua madre, raccontata una donna forte che ha saputo mantenere la dignità anche in momenti difficili.
La honte (1996; La vergogna, 2018), un tentativo di spiegare l'improvvisa rabbia del padre contro la madre in un particolare momento del passato, sembra in parte essere una continuazione del ritratto del padre. Per Ernaux, la letteratura offre un rifugio per scrivere ciò che è impossibile comunicare a contatto diretto con gli altri e la vergogna, prima dell’inizio della vita sessuale, risulta essere l'unico tratto duraturo dell'identità personale.
Tra le sue opere più importanti viene citato, inoltre, L'événement (2000; L’evento, 2019), il racconto di un aborto illegale da parte di una narratrice ventitreenne. Dal libro è stato tratto l’omonimo film, della regista francese Audrey Diwan, che nel 2021 ha vinto Leone d’oro per il miglior film alla Mostra del Cinema di Venezia.
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Homepage e articolo: nobelprize.org