Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (PSU), veniva rapito e ucciso da sicari fascisti. Tra le iniziative previste per ricordare il centenario di questo avvenimento, che ha condizionato le vicende politiche italiane degli anni successivi, dal 1° marzo Museo di Roma a Palazzo Braschi ospita la mostra “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia”.
L’esposizione ripercorre la vita del leader socialista e il contesto storico, attraverso fotografie, manoscritti, oggetti, libri d’epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d’arte, sculture, ceramiche, quadri, e brani musicali a lui dedicati. Il percorso è organizzato in quattro sezioni, dagli anni giovanili fino al processo agli assassini e all’eredità lasciata dal politico. La prima sezione, “Il giovane Matteotti”, racconta l’impegno in Polesine a favore di braccianti e mezzadri, la carriera accademica, l’attività pubblicistica per “La Lotta” e l’adesione al Partito Socialista. La seconda sezione, “Impegno politico nazionale 1919-1924”, ripercorre la sua attività parlamentare e la sua azione contro il fascismo, anche nelle vesti di segretario del PSU, nuova formazione che era nata nel 1922, dall’espulsione dei riformisti dal PSI. La terza sezione, “Sequestro e morte 1924-1926”, si sofferma sugli avvenimenti che hanno preceduto l’omicidio (affermazione del PSU come partito più forte della sinistra alle elezioni del 1924, discorso di Matteotti in Parlamento contro i brogli fascisti), sul sequestro, l’assassinio e il ritrovamento del cadavere, e sul processo ai sicari. L’ultima sezione, infine, è dedicata al “Mito di Matteotti”, al suo lascito e alla sua permanenza nell’immaginario collettivo.
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 16 giugno.
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Crediti immagini
Homepage e articolo: Giacomo Matteotti (Wikimedia Commons)