Compagnia di milizia del Distretto II sotto il comando del capitano Frans Banninck Cocq, più brevemente conosciuta come Ronda di notte (De Nachtwacht), è il quadro più noto del pittore olandese Rembrandt. Negli ultimi due anni e mezzo con tutte le pause e le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria, il dipinto, che misura oltre 4 metri per 3, è apparso agli occhi dei visitatori chiuso in un’enorme teca di vetro. La struttura è servita come base di lavoro per il team di ricercatori di “Operation Night Watch”, una campagna di studi finalizzata alla comprensione, restauro e conservazione dell’opera del 1642.
Nei primi giorni del nuovo anno, è stato svelato sul sito del Rijksmuseum il primo grande traguardo dell’operazione, una versione digitalizzata della Ronda di notte a “ultra-alta-risoluzione”, che permette a chiunque di perdersi in ogni singolo colpo di pennello e particella di pigmento utilizzati da Rembrandt per dare vita al suo capolavoro. Per realizzare l’immagine è stata utilizzata una Hasselblad H6D 400 MS, fotocamera da 100 megapixel, che ha scattato 8439 foto da 5,5 per 4.1 centimetri, tarate e combinate poi insieme con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. La distanza fra due pixel è di appena 5 micrometri (0.005 millimetri), in pratica più piccola della grandezza di un globulo rosso. Nessuna opera d’arte è stata mai ripresa con questo dettaglio.
In precedenza, i ricercatori avevano messo a segno diverse altre scoperte, riuscendo a tratteggiare con precisione la sottostante bozza iniziale di Rembrandt. Avevano così individuato elementi inizialmente previsti nella composizione e poi cancellati (come delle piume su un elmo e una spada in più presente fra i due protagonisti Frans Banninck Cocq e Willem Van Ruytenburch), oltre che altri strati di pittura persi per abrasione o alterati dall’invecchiamento di smalti e vernici protettive.
Nel 1715, durante lo spostamento dalla sede originaria al municipio di Amsterdam, la Ronda di notte andò incontro al drastico taglio di due ampi pannelli laterali, e di due strisce, in alto e in basso. Anche in questo caso i responsabili di “Operation Night Watch” sono intervenuti servendosi delle reti neurali: partendo da una piccola copia coeva, attribuita a Gerrit Lundens, hanno insegnato alle A.I. a tratteggiare le parti mancanti con lo stile e i precisi colori originali, le hanno stampate ad alta definizione, integrando infine il quadro per riportarlo finalmente alle sue reali proporzioni.
A fine gennaio comincerà l’opera di restauro vera e propria, partendo innanzitutto da una serie di deformazioni scoperte nell’angolo in alto a sinistra della tela, che il team di esperti cercherà di correggere e appiattire con un sistema di pesi.
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