Tra storie e fiabe, discorsi e canzoni
ci son personaggi di assai buffo aspetto.
Che strane figure, che insoliti nomi!
Saprete chi sono leggendo il libretto.
Questo mese non vi parlerò di una figura retorica, ma di tutte (o quasi). E vi parlerò di un libro – visto che al “libro” è dedicato il numero di Aulalettere di cui questo pezzo fa parte: si chiama Che figura! e lo ha pensato, scritto e disegnato un’illustratrice romana, Cecilia Campironi. È sorprendente come Che figura! faccia con le figure retoriche quello che da tempo stiamo tentando di fare noi: raccontarle con leggerezza, un po’ giocandoci, un po’ facendo esempi che semplifichino i concetti e le avvicinino ai lettori. Il tutto partendo da un presupposto molto semplice: tutti usiamo quotidianamente moltissime figure retoriche, solo che non ce ne rendiamo conto.
Cecilia Campironi ha a disposizione un medium in più rispetto a noi: il disegno. E poi ha una grande fantasia. Così, per esempio, scopriamo che la signorina Iperbole ha un lavoro: quello di esagerare le cose, usando parole sproporzionate all’evento che descrivono; o che Miss Enfasi è vanitosissima e ama essere notata; o, ancora, che il mago Ossimoro non tira fuori conigli dal cilindro, ma fa magie con le parole creando illusioni grammaticali. Scopriamo anche che Nadia Sineddoche e Diana Metonimia (i nomi di queste signore sono un colpo di genio) sono gemelle e camminano tenendo le braccia intrecciate, e che Sissi Ellissi è una donna timida, a cui piace passare inosservata: perciò, nel disegno, è senza volto. E così via. Le figure retoriche, dunque, non sono più soltanto qualcosa da usare o da studiare: da oggi sono qualcosa anche da guardare.
Qualche pagina del libro, edito da Quodlibet, si trova qui: http://www.ceciliacampironi.com/CHE-FIGURA
Crediti immagini: copertina del libro di Cecilia Campironi e Christopher, flickr