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Le figure retoriche

Guidare l’immaginazione: l’ipotiposi

L’ipotiposi è una figura il cui nome sostanzialmente significa “abbozzo”, “esposizione” e, per traslato, può essere inteso come “evidenza”. È una figura nata per mostrare e rendere esplicito, ed è parente diretta della descrizione.

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D’essi parte a sinistra, e parte a destra
A seder vanno al crudo Re davante.
Siede Pluton nel mezzo, e con la destra
Sostien lo scetro ruvido e pesante:
Nè tanto scoglio in mar, nè rupe alpestra,
Nè pur Calpe s’innalza, o ’l magno Atlante,
Ch’anzi lui non paresse un picciol colle;
Sì la gran fronte, e le gran corna estolle.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, Canto IV)

Se riguardo, a volo d’uccello, le figure di cui ho scritto in questa rubrica nel corso degli anni, noto che le ho spesso raccontate come modi per nascondere, dire in modo non esplicito, alludere. I tropi, per esempio, sono stati descritti come delle figure che dicono una cosa intendendone un’altra: se pensate alla metafora, o alla catacresi, o alla sineddoche, capirete facilmente cosa intendo.

Ma non tutte le figure retoriche sono allusive, o elusive, o reticenti. Ne esistono anche di esplicite, per così dire: prendete l’ipotiposi – una figura il cui nome sostanzialmente significa “abbozzo”, “esposizione” e, per traslato, può essere inteso come “evidenza”. È una figura nata per mostrare e rendere esplicito, ed è parente diretta della descrizione: il suo scopo è mettere davanti agli occhi di chi legge la cosa di cui si parla, evidenziarla. È ciò che avviene nella descrizione di Plutone nella VI ottava del IV Canto della Gerusalemme che ho messo in esergo: è tutto chiaro, descritto minuziosamente, è vivo, tangibile. Chi utilizza l’ipotiposi vuole che chi legge non abbia dubbi, che conosca ogni particolare di un luogo, di una persona, di un sentimento, e per questo traduce le immagini in parole, descrive minuziosamente. Non lascia spazio all’immaginazione, ma la guida, la orienta.
Come fa anche Foscolo, in questo splendido passo dei Sepolcri (vv. 201-207)

                                    Il navigante
Che veleggiò quel mar sotto l’Eubea,
Vedea per l’ampia oscurità scintille
Balenar d’elmi e di cozzanti brandi,
Fumar le pire igneo vapor, corrusche
D’armi ferree vedea larve guerriere
Cercar la pugna

(Crediti immagine: EliFrancis, Pixabay)

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