L’autorealizzazione di una profezia
Parliamo di autorealizzazione di una profezia quando una previsione sul futuro mette in moto una catena di conseguenze che conducono proprio alla realizzazione della profezia, come nel caso di un automobilista convinto di sbagliare strada che si perde in mezzo alla città per la troppa ansia. Lo studio di questo fenomeno è stato compiuto in modo scientifico più di cinquanta anni fa da Robert Rosenthal e Lenore Jacobson ed è noto come effetto Rosenthal o effetto Pigmalione. Secondo il mito Pigmalione scolpì una donna bellissima di cui si innamorò e che la dea Afrodite trasformò in donna esaudendo le preghiere dello scultore.
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Una ricerca sulle aspettative
Consapevoli che uno studio sugli effetti provocati dalle aspettative presta il fianco a critiche metodologiche (come si fa a sapere se ci sono aspettative? In che modo influenzerebbero i destinatari dell’aspettativa? ecc.) Rosenthal e Jacobson non si basano su casi singoli o esperienze individuali, ma ripercorrono una lunga sequenza di osservazioni ed esperimenti, alcuni dei quali condotti di persona. Rosenthal, per esempio, approntò un complicato esperimento: egli incaricò alcuni specializzandi di psicologia di sottoporre le foto di persone dall’espressione neutra a gruppi di studenti e chiedere loro se le foto rappresentavano persone di successo o no. Ad alcuni specializzandi Rosenthal disse di aspettarsi che gli studenti avrebbero dichiarato prevalentemente che le foto ritraevano persone di successo; ad altri specializzandi disse invece che si aspettava dagli studenti un giudizio negativo sulle persone fotografate. Il risultato fu che gli sperimentatori ottenevano i risultati che si aspettavano, ossia quelli in qualche modo indotti da Rosenthal.
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Come si trasmette l’aspettativa?
Se anche uno sperimentatore può essere influenzato e a sua volta influenzare le “cavie” del suo esperimento, in che modo si trasmette l’influenza? Studiando i risultati di vari esperimenti (in cui variano la figura dello sperimentatore e il modo in cui vengono impartite le istruzioni) Rosenthal e Jacobson definiscono la trasmissione dell’aspettativa un “processo sottile” determinato dalla percezione dell’importanza della persona che influenza e dal tono della voce. Essi lasciano però aperta un’altra e più complessa prospettiva: in alcuni casi potrebbero essere gli stessi soggetti sperimentali a influenzare involontariamente lo sperimentatore e a indurlo a comportamenti che spingeranno i soggetti in direzione della loro previsione: con un esempio, immaginiamo una classe convinta di essere poco versata in matematica che induce inconsciamente nell’insegnante una mancanza di entusiasmo, che a sua volta contagia la classe e ne rinforza la scarsa autostima e i pessimi risultati.Le aspettative a scuola
Rosenthal e Jacobson spiegano che un insegnante che ritiene di trovarsi di fronte a buoni studenti, capaci e reattivi, agisce di conseguenza, è più empatico e sereno e crea un clima migliore per l’apprendimento. Essi concludono la loro ricerca con una lapidaria considerazione, valida tanto per chi insegna quanto per chi è studente: “...in classe, l'insegnante deve sapere che, se è lui a farle, quelle stesse previsioni possono finire con l'autorealizzarsi. Lui non è un casuale passante. Al contrario il suo ruolo potrebbe essere quello di Pigmalione – Pigmalione nella classe” (R. Rosenthal-L. Jacobson, Pigmalione in classe, Francoangeli, Milano 1991)Pigmalioni di se stessi?
Gli studi di Rosenthal e Jacobson schiudono un universo psicologico enorme che riguarda i fattori psicologici che possono migliorare le prestazioni scolastiche di uno studente. Il medesimo ambito di studio è stato affrontato dal canadese Albert Bandura che ha analizzato il senso di autoefficacia, un’espressione che possiamo intendere come fiducia nelle proprie capacità, ossia fiducia nella capacità di risolvere un problema. L’autoefficacia è incrementata da un’azione di persuasione esterna o da pregresse esperienze positive. Essa mette in moto comportamenti che facilitano il superamento di una difficoltà e la soluzione di un problema. In poche parole, se siamo convinti di potercela fare, incrementeremo gli sforzi per ottenere successo e sarà quindi più probabile raggiungere il traguardo. Viceversa, essere convinti della mediocrità delle proprie capacità non farà che scoraggiare gli sforzi e incrementare le probabilità di insuccesso.
Qui trovi il sito personale di Albert Bandura
L’autoefficacia non è quindi un semplice riflesso di un’abilità sviluppata o acquisita. Lo psicologo Barry Zimmerman, valutando i risultati di numerosi esperimenti condotti su studenti per valutare il peso dell’autoefficacia sulle loro prestazioni scolastiche, conclude che due studenti possono sviluppare la medesima abilità, ma ottenere risultati diversi a seconda del loro senso di efficacia. (L’autoefficacia e l’autoregolazione dell’apprendimento, in A. Bandura, Il senso di autoefficacia, Erickson, Trento 1996).
Dalla prospettiva di Rosenthal e da quella di Bandura la psicologia dell’apprendimento ha tratto una chiara indicazione: l’insegnante convinto dell’efficacia delle proprie strategie tende a creare situazioni in cui gli alunni accrescono la padronanza e di sé e quindi il proprio rendimento. È più probabile quindi che le sue previsioni sul successo degli studenti si traducano in realtà.
Crediti immagine:
Apertura: Jean-Léon Gérôme, Pigmalione e Galatea, 1890, da Wikipedia (Link)
Box: Étienne Maurice Falconet, Pygmalion et Galatée, 1763, San Pietroburgo, Hermitage, da Wikipedia (Link)