Il tempo autentico: la durata
Henry Bergson (1859-1941) era un filosofo di grande fama quando decise di riflettere sulla teoria della relatività. In qualche modo si trattava di un confronto inevitabile. Bergson, infatti, aveva sviluppato una concezione del tempo, dell’intelligenza e dell’evoluzione in un serrato dibattito con le conoscenze scientifiche della sua epoca.
Qu trovi una sintesi della vita e del pensiero di Bergson:
http://www.treccani.it/enciclopedia/henri-louis-bergson_(Dizionario-di-filosofia)
Secondo Bergson, il nostro modo usuale di concepire il tempo come una successione di istanti della stessa durata, basato sul movimento delle lancette dell’orologio, è il frutto di un’operazione dell’intelletto, che “spazializza” il tempo, ossia lo concepisce come un corpo fisico e lo divide in segmenti uguali. A questo tempo della fisica Bergson contrappone un tempo interiore, continuo, indivisibile e irripetibile, che è quello della nostra coscienza, nella quale i vari momenti si compenetrano gli uni negli altri senza soluzione di continuità.
Questa durata interiore è l’autentica temporalità, mentre il tempo della scienza è una costruzione intellettuale. Scrive Bergson, “Al di fuor di me, nello spazio, c’è un’unica posizione della lancetta e del pendolo, perché delle posizioni passate non resta nulla. Dentro di me si svolge un processo di organizzazione e di mutua compenetrazione di fatti di coscienza, che costituisce la vera durata.” (Saggio sui dati immediati della coscienza, cit. in Introduzione a Bergson, a cura di A. Pessina, Laterza, Roma-Bari 1995).
L’intelletto, secondo il filosofo francese, astrae e generalizza non in modo neutro, ma a partire da un certo punto di vista. Esso quindi genera un ordine nella natura. Questo intelletto è lontano dalle intuizioni della filosofia, che intende andare oltre i metodi della scienza, i suoi simboli, le ricostruzioni analitiche, le mediazioni concettuali.
Nemmeno di fronte al tema della relatività Bergson deflette dalla sua critica alle modalità del sapere scientifico.
La simultaneità
La teoria della relatività (prima Einstein formulò la teoria ristretta cui seguì una teoria generale che riguardava anche la gravitazione universale) comportava un ripensamento della nozione di tempo. La relatività spiega che, a seconda del sistema di riferimento, due eventi possono essere simultanei o no: l’esempio più noto è quello di due luci che si accendono su un treno e che per un osservatore esterno sono simultanee, mentre vengono prima l’una e poi l’altra per un passeggero che si allontana da uno dei punti dove è emessa la luce e si avvicina all’altro. Dal punto di vista di Bergson, l’aspetto più significativo è che, secondo la relatività, i diversi tempi sarebbero tutti egualmente reali. Che il tempo possa essere molteplice, per Bergson non è un problema. Il problema è capire di che tipo di molteplicità di tratta.
Qui trovi una rapida spiegazione della teoria della relatività:
http://www.lastampa.it/2015/11/25/multimedia/scienza/la-teoria-della-relativit-di-einstein-spiegata-in-minuti-EfkwCMmy8Uv5pwWFZOqkZJ/pagina.html