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Un nutriente e sospetto cibo per poveri: la patata

Prima di diffondersi sulle tavole europee la patata ha dovuto vincere varie diffidenze e dicerie sul suo conto. Per esempio che era velenosa perché simile ai pomi della mandragola, oppure che era portatrice di lebbra. E nonostante fosse consumata anche dal re di Francia Luigi XIII e "sponsorizzata" dagli illuministi era anche considerata un alimento buono solo per gli animali o al massimo per le classi sociali più povere
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Di fronte al banco degli ortaggi, ci coglie un dubbio: meglio le patate in offerta o quelle biologiche? Qualcuno dice che le patate assorbano più nitrati perché crescono sottoterra. E se comprassimo le patate al selenio? Oppure questo minerale è già presente naturalmente in altri cibi? I nostri dubbi da consumatore possono farci sorridere, ma basta volgere lo sguardo indietro di qualche secolo per scoprire che la patata era accusata di ben altro: flatulenza, tossicità e, perché no, anche lebbra. L'arrivo e le reazioni È difficile dire con esattezza dove e quando la patata sia sbarcata in Europa. Le testimonianze che gli storici hanno trovato inducono a pensare intorno alla metà del XVI secolo e in Spagna. Gli europei sanno che è un alimento consumato dalle popolazioni americane e in alcuni casi molto circoscritti viene ben presto mangiato e coltivato anche nel Vecchio continente. Resta però un prodotto di nicchia, poco diffuso e sul quale i botanici si interrogano dubbiosi. Dal punto di vista del naturalista della prima età moderna le domande a cui trovare risposta sono: che cosa è e a che che cosa serva la patata? Carolus Clusius (al secolo Charles de L'Écluse), intendente dei giardini imperiali di Vienna, di fronte a questa novità botanica abbandona le catalogazioni tradizionali e procede per somiglianza: le patate gli ricordano la mandragola. L'intuizione è botanicamente corretta, ma getta una luce sinistra sulla povera patata, che viene avvicinata a una pianta, come la mandragola, dall'uso sospetto, accostata al mondo dei veleni e delle streghe (e oggi sappiamo che la mandragola è dotata di proprietà allucinogene). Clusius sperimenta la patata: la coltiva con risultati sorprendenti per la resa e la mangia cotta senza effetti nocivi. La coltivazione e il consumo su larga scala sono però ancora là da venire.
Illustrazione storica della pianta di mandragola (mandragora officinarum). Si nota la somiglianza con la pianta della patata: d'altronde fanno parte della stessa famiglia, le Solanaceae (via Wikimedia Commons)
Fortune e sfortune della patata nel Nord Europa In alcune parti dell'Europa la patata si acclimata bene e diventa un alimento base, in particolare in Irlanda. Costretti a sfruttare i terreni peggiori (perché i migliori sono nelle mani di grandi proprietari) e liberi da vincoli comunitari che impediscono di cambiare colture, i contadini irlandesi scoprono i vantaggi della coltivazione della patata e ne consumano grandi quantità insieme ai latticini. Intorno al 1800 la patata è consumata normalmente nei Paesi dell'Europa settentrionale, anche se secondo alcuni non senza resistenza da parte dei contadini prussiani. Resistenze si registrano anche nell'Inghilterra della Rivoluzione industriale: non solo per l'abitudine a a consumare il pane di frumento, ma per la consapevolezza, sull'esempio irlandese, che la patata sia il cibo della miseria. Da parte delle autorità vi sono varie forme di pressione affinché i proprietari coltivino patate e i contadini le consumino: dispacci delle società di agronomia, diffusione di ricette per panificare mescolando farina di patate e farina di frumento, eccetera. Nonostante le prime opposizioni, man mano che il prezzo degli alimenti cresce, tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, le patate si diffondo sempre di più come parte integrante dell'alimentazione delle classi lavoratrici. Tutta questa vicenda è stata ricostruita dal botanico inglese Redcliffe N. Salaman in un libro della metà del Novecento intitolato Storia sociale della patata. Alimentazione e carestie dall'America degli Incas all'Europa del Novecento (Garzanti, Milano 1984). Quando nel corso del Novecento le condizioni di vita e i salari migliorano, anche il consumo di patate si contrae a vantaggio di altri alimenti.
 Qui trovi un interessante articolo che unisce ricerca storica e genetica a proposito di una malattia delle patate della metà del XIX secolo, che determinò una grave carestia in Irlanda
Gli insuccessi degli illuministi In altri paesi la storia della diffusione della patata segue vicende più complesse. All'inizio del XVII secolo figura tra gli alimenti consumati dal re di Francia Luigi XIII . Con il passare del tempo però in alcune parti della Francia viene indicata come portatrice di lebbra (al pari di altri alimenti provenienti dalla terra profonda) o è limitata al consumo animale. Solo nell'epoca dei lumi riceve un riscatto. Medici, botanici ed economisti si impegnano a sancirne lo status di alimento sano, utile e facile da coltivare. La storica Madeleine Ferrièrese, nel volume Storia delle paure alimentari. Dal medioevo all'alba del XX secolo (Editori Riuniti, Roma 2004), ne ha ricostruito gli sforzi e gli insuccessi. Robert-Jacques Turgot (1727-1781), prima di essere ministro delle finanze del regno di Francia, è intendente a Limoges e qui si sforza di diffondere tra i contadini del luogo la coltivazione e il consumo della patata, un alimento che nelle sue intenzioni dovrebbe sostituire la castagna. In Turgot si mescolano preoccupazioni per la scarsa alimentazione dei contadini e condanna morale per un alimento come la castagna che richiede poco fatica, perché cresce in modo spontaneo e non ha bisogno di molte cure. I contadini, però, non lo seguono su questa strada e restano saldamente legati alle loro tradizioni. Per quanto sponsorizzata dalle élites, la patata non si libera dei pregiudizi culturali: se non è più un cibo per sole bestie, lo è però per gli uomini di rango inferiori. L'Enciclopedia, opera simbolo dell'illuminismo, non smentisce, ma rafforza questa tesi. Presenta la patata come un alimento consumato quotidianamente dalla gente umile della Lorena, Alsazia, del Lionnese e altre parti di Francia. Chi può permetterselo le consuma con il burro o la carne. Un cibo buono? Non tra i più prelibati, dice l'articolo, ma è un buon alimento per chi non ha il palato fine e non chiede altro che di sostentarsi. E quanto alla spiacevole ventosità che genera nel ventre, che danno può mai arrecare ai “vigorosi organi della gente di campagna e degli operai?”
 Qui puoi leggere in originale l'articolo dell'Encyclopedie sulle patate
Oggi, dopo che l'alternarsi di fasi di carestia e di abbondanza alimentare l'hanno resa un cibo familiare, la patata si è emancipata dalle discriminazioni di classe e dai pregiudizi: è consigliata durante la gravidanza, lo svezzamento e le gastroenteriti. Numerosi piatti a base di patate sono censiti nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. La paura alimentare che l'ha circondata per secoli è scomparsa: o meglio, è stata sostituita da altre, che riguardano gli effetti sulla glicemia e la linea.  
 Qui trovi alcune informazioni importanti a proposito del consumo delle patate  
Immagine di apertura: Potatoes-Kipfler-HeatAffectedHarvest-9288-2040gram, Glenn (via Flickr) Immagine box: Some of my potato harvest, Ed Bierman (via Flickr)
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