Si calcola che nel 2012 i muri e gli sbarramenti di confine (eretti da alcuni stati per motivi politici, di sicurezza o di contrasto all'immigrazione clandestina) abbiano raggiunto la lunghezza di 9500 km: per un paragone, l'insieme dei tratti della grande Muraglia cinese assommano a 8800 km. Afronte dei pochi muri che vengono abbattuti o aperti (nel 2009 si è celebrato il ventennale della "caduta" del muro di Berlino), altri vengono eretti con cemento, acciaio e le più moderne tecnologie. Ne ricordiamo alcuni. Nel 2004 inizia la costruzione del cosiddetto “muro di Sharon”, una barriera di sicurezza lunga 730 km che separa gli insediamenti iraeliani dai territori palestinesi in Cisgiordania. Lo scopo è di ridurre le infiltrazioni di terroristi. Negli anni seguenti questo obiettivo sembra in buona parte raggiunto; ma per le sofferenze che provoca la costruzione è condannata dall’Onu. Nel 2012 si avvia alla conclusione il muro del Sinai, voluto da Israele per bloccare sconfinamenti e contrabbando di Hamas attraverso i tunnel sotterranei sul confine della Striscia di Gaza. Una volta completato, il muro si svilupperà su 240 km lungo il confine fra Israele e l'Egitto, da Gaza a Eilat. Il Sinai è un territorio poco controllato, dove gruppi terroristici, corrieri della droga e trafficanti di uomini e armi si muovono cercando l'appoggio delle varie tribù beduine. Dopo la caduta di Mubarak il controllo egiziano sulla regione è divenuto più precario. All’inizio del 2009 viene completato il muro sul confine fra gli Stati Uniti e il Messico nel tratto fra Tijuana (Messico) a San Yisidro (California): una barriera di acciaio alta tre metri e lunga 22 km con telecamere a infrarossi per impedire l’immigrazione clandestina in uno dei tratti più frequentati. Il Congresso ha autorizzato la costruzione di sbarramenti in vari tratti del confine, soprattutto nella vicinanza di città, per diverse centinaia di km. A Belfast e a Derry, nell’Irlanda del nord, restano una quarantina di muri (per un totale di 21 km), costruiti dall’inizio degli anni Settanta per separare i quartieri protestanti da quelli cattolici: i varchi tuttavia sono stati aperti di recente, nel processo di pacificazione della regione. Questi muri sono chiamati peace lines; molti sono decorati da murali e sono diventati un’attrazione turistica. A Cipro la "linea verde", cioè la frontiera fra la parte turca e quella greca, è sorvegliata da trent'anni da un contingente dell'ONU. Nell'aprile del 2003, la "linea verde" è stata riaperta e sono stati aperti alcuni varchi nel muro che divide in due la capitale Nicosia. L’anno seguente, la repubblica greca di Cipro, la sola con riconoscimento internazionale, è entrata nell’UE. Un particolare valore simbolico ha assunto, nel marzo 2007, l’abbattimento del muro che tagliava Ledra Street, una strada commerciale la cui chiusura era diventata il simbolo della divisione di Cipro. Il muro cipriota, comunque, resiste. Nel Sahara occidentale (ex Sahara spagnolo) il Marocco, che rivendica la regione ai danni della popolazione Saharawi e ha combattuto una lunga guerra contro il fronte Polisario, ha costruito, fra il 1982 e il 1987, una serie di muri che hanno allargato progressivamente il territorio sotto controllo marocchino. Si tratta di un confine fortificato e minato: la lunghezza complessiva degli otto muri è di 2700 km.