L’8 maggio 1945, a Berlino, si firma la resa incondizionata della Germania. La guerra finisce ma nel sottosuolo continuano a proliferare leggende e misteri
La Germania è ormai allo sbaraglio, Berlino è presa dalle truppe sovietiche e l’esercito russo si è congiunto con quello americano nella valle dell’Elba. Siamo nell’Aprile 1945 e per i tedeschi non c'è più alcuna speranza.
Benito Mussolini, dopo aver costruito la Repubblica di Salò, durata meno di diciotto mesi, sente la fine avvicinarsi; verrà giustiziato dai partigiani insieme all’amante, Clara Petacci, a Giulino di Mezzagra, in provincia di Como.
Nonostante le molteplici richieste di resa provenienti dai suoi stessi fedelissimi, il Furher non ha intenzione di arrendersi. È perfettamente conscio della disfatta e mentre i russi prendono Potsdamer Platz per procedere verso la Cancelleria, Hitler nomina l’ammiraglio Karl Dönitz come Presidente della Germania e Joseph Goebbels a nuovo Cancelliere. Ma il 30 aprile, insieme alla nuova moglie Eva Braun, si uccide nel bunker dove viveva ormai da mesi.
Nei giorni immediatamente seguenti c’è un rapido spegnersi dell’offensiva tedesca. Già il primo maggio le forze naziste in Italia si arrendono e di seguito anche a Berlino e nel resto d’Europa.
Il 7 maggio 1945 il Generale Jodl arriva a Reims e firma i documenti di resa della Germania; la notizia comincia a circolare il giorno successivo provocando grandi manifestazioni di gioia. La sera dell’8 maggio il Feldmaresciallo Wilhelm Keitel firma, stavolta a Berlino, il documento definitivo che decreta la resa incondizionata alla presenza del Comando Supremo dell’Armata Rossa.
La firma di questo atto pone la parola “fine” alla Seconda Guerra Mondiale, almeno per quanto riguarda il fronte europeo; la fine effettiva sarà decretata dal lancio della bomba atomica avvenuto nell’agosto di quell’estate.
Qui e qui sono riportati i testi degli atti firmati il 7 e l’8 maggio 1945. Qui trovi invece il video della firma.