Il dibattito sull’educazione fisica nell’Italia risorgimentale in un articolo dello storico dello sport e saggista Sergio Giuntini: clicca qui per accedere al testo in formato pdf sul sito dell'Assessorato all'Istruzione della Regione Lombardia
I minareti, l’oceano: il mondo degli altri
Ma, si diceva, non di sola Italia si è occupato Edmondo, anzi: alcune delle sue prove migliori le ha date di ritorno dai viaggi. A metà degli anni Settanta dell’Ottocento, per esempio, De Amicis si imbarca e, dopo un viaggio di dieci giorni, raggiunge Istanbul, all’epoca una delle porte d’Oriente. Istanbul è una città che, per così dire, De Amicis troppe volte non ha visitato: si tratta infatti di un viaggio rimandato di continuo. Ne viene un reportage, Costantinopoli (1877), che il premio Nobel turco Orhan Pamuk ha definito «il miglior libro scritto su Istanbul»: stupito, divertito, a volte spaventato ma sempre deliziosamente ironico, Edmondo attraversa la città dei minareti e la racconta con un brio e una verve sorprendenti per chi non lo conosce. Si legga per esempio il capitolo – bellissimo – dedicato al bagno turco: è un capolavoro di comicità, è tutto un “tormento”, una “vivisezione”, un “martirio” – e con questi termini si intende il supplizio dei massaggi, interamente subiti dall’autore in mezzo ai vapori e a una calura mai provati.
Ma ai viaggi Edmondo dedica anche un romanzo, forse la sua opera migliore: Sull’oceano (1889). Cinque anni prima, De Amicis si era imbarcato, a Genova, sulla Nord-America, una nave diretta in Uruguay e Argentina. Con lui, viaggiavano centinaia di emigranti. È strano che Sull’oceano sia, di fatto, l’unico romanzo di quegli anni dedicato all’emigrazione: è strano perché in quegli anni l’Italia si andava svuotando, e i contadini e gli operai andavano alla ricerca di miglior fortuna altrove, soprattutto nelle Americhe. De Amicis li aveva seguiti, aveva viaggiato con loro perché era uno dei pochi, forse l’unico scrittore italiano ad essersi accorto che gli italiani stavano scappando dal nostro Paese, e gli sembrava, questo, un fenomeno degno d’essere vissuto e raccontato. La nave di Sull’oceano si chiama Galileo, ed è piena di poveri e miserabili che non hanno lasciato niente al loro paese se non qualche ricordo: viaggiano, più che per cercar fortuna, per scappar dalla miseria e provare a ricominciare. Nello spazio chiuso della nave, Edmondo li osserva e li racconta attraverso gli occhi di una giovane maestrina, malata terminale di tisi, che va in America con la speranza di fuggire al suo male. Ma non di soli miserabili è popolato Sull’oceano: emigrano anche i ricchi, che non hanno più niente da spartire con l’Italia e sono attratti dalle ricchezze del Nuovo Mondo. Anche su di loro si posa lo sguardo di Edmondo, che restituisce tic, manie, aspetto, stranezze e peculiarità di tutta una popolazione attraverso l’osservazione dei “tipi” raccolti sulla Galileo: ci sono donne-cannone, ragazze-angelo, nobili decaduti, scrivani, bambini malati, signorotte eleganti, sospetti ladri, famiglie numerose, deputati e così via: tutto un «documento umano» in viaggio, o forse in fuga, verso una vita nuova.
"L’abbigliamento di un fuochista" è una canzone di Francesco De Gregori che parla dell’emigrazione italiana in America: puoi ascoltarla nel player qui sotto
La condanna di Edmondo
Eppure, nonostante tutte queste bellezze, Edmondo è uno scrittore condannato: la sua condanna è quella di essere, in eterno, De Amicis, l’autore di Cuore, il pedagogo moralista, il somministrazione di lezioni di correttezza e di bontà. Non fa nulla che si sia divertito con la ginnastica o che abbia raccontato quello che nessun altro ha osato raccontare (l’emigrazione italiana); non fa nulla che abbia scritto altro, anzi, che abbia persino preso in giro quel mondo (la scuola) e quei personaggi (i maestri) che l’hanno reso famoso. Egli è l’autore di Cuore, i suoi personaggi non sono poveri contadini che fuggono dalla miseria, eunuchi, sultani e segretari, ma i Franti, i Derossi e i Garrone. Eppure, se li cercate, i suoi libri che non sono Cuore in libreria ci sono ancora, anche se non vi sarà facile trovarli: sono sotto la “D” di De Amicis, mentre, d’istinto, uno li cercherebbe sotto la “E” di Edmondo.
Crediti immagini:
Apertura: "The Mosque with the sun" di Jacopo Romei
Link: https://www.flickr.com/photos/jakuza/4027104873/in/photolist-7M1BS7-ag9Caa-GjPTQ-GjRAh-GjPZ7-78RXYD-dv9E5K
Box: Ritratto di Edmondo de Amicis
Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Edmondo_De_Amicis#/media/File:Edmondo_De_Amicis.jpg