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Morte di Gadda

Il 21 maggio 1973, a Roma, si spegne uno dei massimi scrittori del ‘900 italiano: Carlo Emilio Gadda, autore di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
“Cercò tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, un gomitolo”. Così Italo Calvino descrive l’opera di Carlo Emilio Gadda: una ricerca contorta com’è stata la sua vita, ricca di contraddizioni. Primogenito della famiglia, Gadda subì molto presto la pressione dei genitori, che lo volevano ingegnere e lo costrinsero a rinunciare alla sua passione per la letteratura. E infatti Gadda si laureò in Ingegneria a Milano immediatamente dopo la Prima Guerra Mondiale, in cui fu volontario dopo essere stato un convinto interventista. Il rapporto conflittuale con la famiglia fu uno degli aspetti che maggiormente lo segnò per tutto il resto della vita, insieme alla perdita del fratello minore, caduto in guerra. Carlo Emilio Gadda morì il 21 maggio del 1973 dopo una vita fatta di grovigli. Un’esistenza che lo vide appoggiare, fin dai suoi albori, il Partito Nazionale Fascista per poi allontanarsene esprimendone il disgusto nelle pagine del suo Eros e Priapo (1967), frutto, come afferma lo storico Sergio Luzzatto, di un innamoramento deluso. La sua opera fu totale espressione della sua interiorità: fatta di ricordi, sferzate espressionistiche e momenti di limpidezza lirica, unite a invenzioni letterarie e immagini straordinarie.
Guarda il video Rai "Sulla scena della vita" dedicato a Carlo Emilio Gadda:

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