L’allegato alla Raccomandazione CM/Rec (2019) agli Stati membri sulla prevenzione e la lotta contro il sessismo definisce sessismo: «Ogni atto, gesto, rappresentazione visiva, proposta orale o scritta, pratica o comportamento, fondato sull’idea che una persona o un gruppo di persone siano inferiori per via del loro genere […] Il sessismo e i comportamenti sessisti causano danni fisici, sessuali, psicologici e socio-economici […] sono presenti in tutte le attività umane e anche nel cosiddetto cyberspazio […] sono radicati negli stereotipi di genere e li rafforzano. […] Gli stereotipi di genere rafforzano le strutture di potere sociale ineguali e producono un impatto negativo sulla ripartizione delle risorse tra le donne e gli uomini […] sono, dunque, costruzioni sociali dei “giusti” ruoli assegnati alle donne e agli uomini, determinate da pregiudizi culturali, costumi, tradizioni […]».
La via per contrastare l’azione degli stereotipi di genere e sollecitare la consapevolezza passa per conoscenza e formazione (Agenda 2030 Obiettivo 4, target 4.5 e 4.7, 4.a). Questi costrutti appaiono poco visibili senza allenamento critico, essendone intrisa la cultura a cui si è esposti/e dalla nascita. La conoscenza del mondo e dei ruoli sociali si costruisce infatti attraverso le lingue e i linguaggi non meno che attraverso l’esperienza diretta, per via del ruolo delle narrazioni sociali nella costruzione della conoscenza. Per questa ragione, è necessario che l’azione di contrasto agli stereotipi sociali e a quelli sessisti in particolare passi per un processo di decostruzione dell’esperienza, volto a coglierne sussistenza e conseguenze nelle lingue, nei testi, nella mente, nelle patologie, nel diritto, nelle arti e in ogni altra entità organizzata in forma di struttura, ovvero di grammatica. Per spiegare quanto dell’organizzazione sociale si annidi nei segni linguistici, in questo sentiero si considererà il caso delle marche di genere impiegate in italiano per distinguere femminile e maschile nell’ambito degli appellativi denotanti professioni (per es. ingegnera, direttrice d’orchestra, avvocata). Termini che, nel discorso, accompagnano la persona esprimendone il ruolo sociale spesso in abbinamento ad altri allocutivi generando, ancora di frequente, conflitti di accordo, linguistico ed extralinguistico, da scavare per ricavare che ritratto del mondo ripropongano a fruitori e fruitrici di quelle parole.
Da impatto negativo sulla ripartizione delle risorse tra le donne e gli uomini link a https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/sentieri-di-parole/hard-science-soft-science-dalla-semantica-a-questioni-di-genere/
Da Agenda 2030 link a https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/sentieri-di-parole/numeri-delle-parole-rac-contano/
Da narrazioni sociali link a https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/sentieri-di-parole/narro-e-quindi-so-narro-e-quindi-sono/
Da costruzione della conoscenza link a https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/sentieri-di-parole/un-muro-critico-contro-le-fake-news/
Da ingegnera, direttrice d’orchestra, avvocata https://grammaticaesessismo.com/2018/10/08/pregiudizi-linguistici-quando-la-fake-news-sa-di-stantio-e-di-infondato-il-caso-del-genere-grammaticale-femminile-nei-nomi-di-professione-e-altri-stereotipi/
Da Grammatica e sessismo:
1) Grammatica e sessismo: centro di ricerca universitario multidisciplinare https://grammaticaesessismo.com/
2) Pregiudizi linguistici: quando la fake news sa di stantio. Il caso del (genere grammaticale) femminile nei nomi di professione e altri stereotipi. https://grammaticaesessismo.com/2018/10/08/pregiudizi-linguistici-quando-la-fake-news-sa-di-stantio-e-di-infondato-il-caso-del-genere-grammaticale-femminile-nei-nomi-di-professione-e-altri-stereotipi/
3) Genere e linguaggio https://grammaticaesessismo.com/2018/11/29/genere-e-linguaggio-per-il-ruolo-dei-cug-nelle-universita-italiane-strumenti-e-criticita-nella-recente-normativa-macerata-29-30-novembre-2018/
(Crediti immagini: Pixabay, grammaticaesessismo.com)