Dal 10 al 13 aprile, a Foligno e Fabriano, quattro giorni di incontri, laboratori e dialoghi su scienza e filosofia
La pena del contrappasso, variante della legge del taglione, è uno degli aspetti più noti della Commedia. Ma ci sono risonanze tra il contrappasso dantesco e la concezione della pena nella nostra Costituzione? Francesca Faenza lo spiega in questo video.
Il 20 gennaio 2025 è iniziato il secondo mandato di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti. Dopo aver perso l’elezione della riconferma nel 2020, il tycoon è tornato e promette un ritorno all’età dell’oro (golden age) per l’America. Lo storico Francesco Tuccari ha analizzato questa nuova fase della politica americana.
Tra paradosso, nonsense e critica sociale, una mostra al MAMbo di Bologna indaga la dimensione ironica nella storia recente dell’arte italiana
Segnata da drammi familiari e da una grave depressione, mentre l’Europa si avvia agli orrori della Seconda guerra mondiale, l’artista tedesca (ed ebrea) di origini francesi Charlotte Salomon riesce a trovare la salvezza in un’opera che sembra anticipare le moderne graphic novel, dal titolo Vita? O teatro? Quando la persecuzione nazista si fa feroce, Salomon trova rifugio in una città francese ma non riesce a sfuggire a un destino tragico.
Come si costruisce una memoria attraverso i monumenti, i memoriali e anche l’uso di spazi – come i campi di concentramento – che hanno ospitato la ferocia nazista? Ma soprattutto, c’è un modo giusto, nel senso morale del termine, di costruire e di partecipare al ricordo?
Le filosofe Simone Weil e Rachel Bespaloff hanno pubblicato due saggi sull’Iliade nei primi anni ‘40 del Novecento. Anni segnati dall’orrore della guerra e delle persecuzioni razziali: nei saggi delle due filosofe Omero viene considerato una bussola per orientarsi nelle tragedie del presente. Pur con qualche differenza interpretativa su alcuni episodi, per Weil e Bespaloff l’impegno intellettuale si traduce in responsabilità civile e in un accorato ruolo etico.
Elisa Mandelli ci guida tra i vari strumenti della memoria e tra le varie rappresentazioni nei media della Shoah. Musei, libri, podcast, siti, mostre e video hanno raccontato a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale questo tremendo momento della storia umana.
Le storie raccontate dalla settima arte si rivelano cruciali nel riuscire a portare avanti la memoria grazie alla forza, e talvolta anche alla crudezza, delle immagini. Luigi Paini propone una rassegna di 5 film che, attraverso 5 storie diverse, mostrano cos’è stata la Shoah: orrore, complicità, crudeltà.
Nel 2014 Papa Francesco aveva parlato di una “terza guerra mondiale a pezzi”, ovvero una serie di guerre, crimini, massacri e distruzioni talmente capillari e sistematici in diverse aree da configurare un vero e proprio conflitto globale. Ma cosa contraddistingue una guerra mondiale da una guerra regionale? Più di dieci anni dopo quel discorso del pontefice, la situazione geopolitica sul pianeta sembra ancora più grave: siamo davvero alle porte del terzo conflitto mondiale?
A Theresienstadt, in Repubblica Ceca, il regime nazista organizzò un lager-ghetto riservato ad artisti e intellettuali ebrei. Fu anche un’operazione di depistaggio per mascherare sulle reali intenzioni del governo tedesco rispetto allo sterminio degli ebrei: Goebbels organizzò sopralluoghi e anche riprese video per dimostrare che nel campo le condizioni di vita erano buone. Ma la realtà era ben diversa.
Nel testo Bestiario nazista lo storico tedesco Jan Mohnhaupt ha approfondito la relazione tra nazismo e tutela degli animali. Il nazismo fu capace di inconcepibili atrocità su donne, uomini e bambini, ma al tempo stesso mitizzò il rispetto per alcune categorie di animali: una contraddizione evidente, che Andrea Tarabbia legge nel ruolo simbolico di alcuni animali per la propaganda di regime.
La memoria della Shoah è un pilastro della coscienza collettiva nelle democrazie costituzionali. Ma come si comportano queste stesse democrazie verso chi neghi quella memoria, abbracciando il negazionismo? Come tenere insieme il mandato di custodire quella memoria e la libertà di espressione? In breve, su quali equilibri si è andato delineando l’intreccio tra storia, memoria e diritto?
Nel 1960 una recensione del critico francese Jacques Rivette stroncò il film Kapò, ambientato in un campo di concentramento, poiché a suo dire spettacolarizzava quell’evento tragico senza riuscire a dar senso storico ed etico a quelle scene. La Shoah è poi stata oggetto anche di numerose serie televisive: Elisa Mandelli propone l’analisi di tre serie per mostrare differenti scelte di sceneggiature e di linguaggi per trattare un tema così drammatico.
In un excursus etnografico sugli ebrei contenuto nell’opera Historiae, Tacito infarcisce il racconto di stereotipi e mistificazioni sulla cultura e sulla storia giudaica. Inoltre, Tacito altera i fatti storici quando presenta la conquista di Gerusalemme da parte di Pompeo nel 63 a.C.: un racconto che fu manipolato per ragioni di propaganda anche da un altro storico romano che precedette Tacito, ovvero Giuseppe Flavio.
Il profilo psicologico degli alti gerarchi nazisti – responsabili di aver voluto e attuato il piano di sterminio degli ebrei, e non solo, durante la Seconda guerra mondiale – è stato indagato da psicologi sin dal processo di Norimberga. In occasione del processo, lo psicologo americano Gustave Mark Gilbert ebbe l’occasione di incontrare nazisti di spicco come Hermann Goering.
Lo slogan delle celebrazioni di quest’anno ricorda l’importanza di difendere la libertà.
Secondo le leggende fondative dell’antica Roma la fine della monarchia fu innescata dallo stupro che Sesto Tarquinio, figlio del re Tarquinio il Superbo, compì su Lucrezia, moglie di suo cugino Lucio Collatino. Nella cultura dell’antica Roma una violenza di questo tipo, oltre a essere una grave ingiustizia, aveva un carattere eversivo e tirannico, perché la famiglia e il ruolo della donna avevano precise connotazioni a tutela del mantenimento dell’equilibrio dello Stato.
Quali sono i moventi e le cause della violenza maschile sulle donne? Andrea Tarabbia individua tre temi seguendo tre drammatiche storie che vengono raccontate dalla letteratura italiana (Giovanni Verga) e internazionale (Leonid Andreev e Thomas Hardy).