- «Ho visto un film con Margot Robbie». L’anfibolia.L’anfibolia è una figura retorica che si costruisce con termini o costrutti grammaticali che possano essere interpretati in modi differenti, a volte perfino contrastanti come: «Una vecchia porta la sbarra».
- Scomporre e ricomporre le parole. L’anagrammaAndrea Tarabbia analizza una figura retorica che è anche un gioco enigmistico: l'anagramma. L'anagramma è un gioco di parole, che si fa prendendo i fonemi che compongono una o più parole e scomponendoli per assemblarli in modi nuovi, ottenendo alla fine nuove parole e nuovi significati.
- Ripeti, anzi: raddoppia! L’epanalessi e l’epanadiplosiAndrea Tarabbia ci fa scoprire due figure retoriche cugine dell’anadiplosi: l'epanadiplosi e l'epanalessi. Entrambe basate sulla ripetizione, la prima raddoppia un’espressione per darle forza, come avviene in una celebre canzone di Ivan Graziani, la seconda ha luogo quando una o più parole vengono ripetute all’inizio e alla fine di una frase, come nel Poema Paradisiaco di D'Annunzio.
- La dittologia, una figura viva e vegeta“Sano e salvo”, “il perché e il percome”, “grande e grosso”: la dittologia mette insieme due termini che si attraggono per assonanza o per allitterazione, perché hanno un significato simile, o perché uno è una variante metaforica dell’altro.
- L’endiadiQuando facciamo un’endiadi modifichiamo il rapporto sintattico tra due membri, dando a ciascuno di essi la stessa importanza, per creare immagini evocative utilizzando vocaboli semplici e il più semplice dei sintagmi.
- Lo zeugma, figura incongruenteParente stretto dell’ellissi, lo zeugma è una figura retorica molto specifica in cui usiamo un solo verbo quando ce ne vorrebbero due. «Parlar e lagrimar vedrai insieme»: quando tiene insieme due azioni non congruenti a livello semantico, lo zeugma è anche vicino alla sinestesia.
- La guerra dell’allegorismoDa molte settimane, ormai, il discorso si è fatto chiaro: tra tutte le retoriche possibili per raccontare la pandemia in corso, i media hanno scelto quella bellica. Trattare una malattia come una guerra è comodo, è facile e permette a tutti di comprendere la situazione. Ma questo linguaggio non è neutro: una malattia non è una guerra.
- Ipallage o enallage?L'ipallage è una figura retorica che divide la frase, scombinando le coppie sostantivo-aggettivo. Qualcuno dice che può essere chiamata anche enallage, mentre altri sostengono che quest’ultima sia fondata sulla sostituzione di parti del discorso.
- Parlare per immaginiArriva in libreria la “Chiave di scrittura”, edita da Zanichelli, che raccoglie i testi dedicati alle figure retoriche, pubblicati finora da Andrea Tarabbia in questa rubrica.
- In fila per tre: l’isocoloUtilizzata di frequente nella pubblicità e nelle campagne promozionali, l’isocolo è una figura retorica che crea un parallelismo tra i termini, mettendoli tutti sullo stesso piano.
- La figura delle virgole: l’asindetoL'asindeto è la figura retorica che crea un certo effetto espressivo sopprimendo alcune parole o parti del discorso. Andrea Tarabbia ci mostra alcuni esempi tratti da Walt Whitman o da titoli di film
- Parlare in disordine: l’anastrofe e l’iperbatoUsata moltissimo anche nel linguaggio pubblicitario, l’anastrofe è una figura retorica che si basa sull’inversione dell’ordine delle parole all’interno della frase. L’iperbato, invece, non sposta l’ordine, ma lo interrompe, inserendo un pezzo di frase tra due sintagmi che dovrebbero star vicini. Lo usiamo praticamente ogni volta che facciamo un inciso.
- Una nuova figura retorica, una figura che si chiama anadiplosiL’anadiplosi è una figura retorica che usiamo spesso non solo in poesia, ma anche nel linguaggio comune: per recuperare il filo del discorso, ribadire un concetto, sottolineare un’immagine o renderla più evocativa.
- Le altre vite del metaplasmoAbbiamo già parlato di metaplasmo, ma lo riproponiamo per conoscere meglio la sua famiglia di figure retoriche: sistole e diastole, metatesi, tmesi. E fate attenzione agli accenti!
- La dubitatio, o dell’esitazioneLa dubitatio è una figura retorica usata per esprimere esitazione o difficoltà nel rispondere a un dubbio. Come nella ormai proverbiale «Ai posteri/l’ardua sentenza» di Alessandro Manzoni
- Attraversare senza guardare.
L’hysteron proteronCitando un celebre verso del secondo libro dell’Eneide, Andrea Tarabbia ci presenta l’hysteron proteron, una figura che ribalta l’ordine cronologico (e logico) degli avvenimenti per mettere al primo posto il fatto più importante. - La rima al contrario: l’allitterazioneL’allitterazione è una parente stretta della rima: entrambe le figure retoriche producono quella che si chiama omofonia, ossia una serie di suoni uguali. Ma se la rima è più facile da intercettare, l’allitterazione è un rimando sonoro più nascosto.
- In poche parole: l’ellissiQuando eliminiamo delle parole per snellire e velocizzare il discorso, stiamo facendo un’ellissi. La poesia usa tantissimo questa figura retorica, molto diffusa anche nel linguaggio comune per attirare l’attenzione e comunicare in modo più immediato.
- L’esclamazione e i troppi segni che si annullanoA partire da una poesia di Majakovskij, Andrea Tarabbia ci presenta l'esclamazione, una figura retorica che si occupa dell’enfasi che poniamo sui nostri sentimenti quando scriviamo
- Una figura dell’insistenza: l’anaforaCrea quasi una litania, una preghiera, un mantra: è l'anafora, una figura retorica che attraverso la ripetizione delle parole serve a dare ritmo e a sottolineare concetti
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