Nel testo Conversazioni su Dante, lo scrittore russo Osip Mandel’štam si immerge nell’opera di Dante, in una esplorazione delle simmetrie che reggono la struttura della Commedia. A partire da una vicinanza esistenziale con il poeta, Mandel’štam – anch’egli un esiliato – scopre un Dante sempre attuale, capace di parlare la sua lingua musicale in un eterno presente.
Analizzando con strumenti quantitativi le parole della Commedia dantesca, Francesca Dragotto esplora i fonosimbolismi, ovvero come i suoni attivano simboli, senso e significato nella mente di chi parla una lingua.
Ragione e inconscio: nella Commedia di Dante convivono diverse apparenti contraddizioni, tra cui le due grandi direttrici che hanno caratterizzato la cultura europea fino ai giorni nostri. Il conflitto tra razionalità e misticismo in Dante è presente in un testo del sociologo Georg Simmel e in un libro dello psicanalista Gustav Jung. Il primo è interessato a indagare a fondo la cultura del Trecento, il secondo interroga i simboli e gli archetipi che emergono dalla Commedia.
La pagina social “Contenuti Zero” rilegge e reinterpreta con ironia la storia della cultura alla luce dei linguaggi del presente, facendo esplicito riferimento ai trend tipici dei social media e della messaggistica. Come si costruisce una narrazione di questo tipo? Lo spiega Elisa Mandelli.
In questa rassegna Luigi Paini parte dal presupposto che Dante sia ovunque: non solo nei film che parlano direttamente di lui o delle sue opere, ma anche in grandi pellicole che sono intrise della poetica dantesca.
Perché Dante colloca come custode del Purgatorio un personaggio dell’antichità come Catone l’Uticense, che fu rivale di Cesare, pagano e morì suicida? Conoscendo Catone tramite un poema di Lucano, Dante lo sceglie in quanto simbolo di libertà.
La pena del contrappasso, variante della legge del taglione, è uno degli aspetti più noti della Commedia. Ma ci sono risonanze tra il contrappasso dantesco e la concezione della pena nella nostra Costituzione? Francesca Faenza lo spiega in questo video.
Nella storia dell’arte Dante è spesso raffigurato con una sorta di divisa: lunga veste rossa, berretto in testa. È il vestiario tipico degli appartenenti all’arte dei medici e degli speziali. Dunque, Dante era un medico e ha esercitato la medicina? Non proprio. Aldo Carioli spiega come è possibile che un poeta e letterato come Dante appartenesse, a pieno titolo, alla categoria dei medici.
A partire da un ritratto di Dante attribuito a Giotto, Chiara Pilati propone un excursus nella storia dell’arte analizzando le opere di artisti che hanno dipinto o raffigurato Dante. Artisti che hanno scelto di confrontarsi con il viso e con il corpo di Dante più che con la sua opera che, inevitabilmente, ha spesso oscurato l’autore stesso.
In questa video intervista lo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi analizza alcuni capisaldi dell'eredità dantesca e della sua poetica. L'opera di Dante ha fondato la lingua italiana e in un certo senso ne rappresenta un monumento ancora perfettamente conservato, come ha sostenuto anche lo scrittore russo Osip Mandel'štam.
Il Dante filosofo affida il suo pensiero al Convivio, che però rimane incompiuto. Molti temi e molti filosofi vengono ripresi e citati nella Commedia: nel suo viaggio nell’aldilà, Dante incontra numerosi pensatori del passato, collocati per motivi ben precisi in luoghi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Anche da questi incontri emerge la visione dantesca della felicità: una visione aristotelica, ma aggiornata alla teologia cristiana.
La Divina Mimesis è un’opera di Pier Paolo Pasolini, nella quale l’autore riscrive e reinterpreta in prosa l’Inferno dantesco. Il suo inferno, però, non è nell’aldilà, ma è la Roma nella quale viveva tra gli anni Sessanta e Settanta. Andrea Tarabbia racconta la storia di Divina Mimesis, con un epilogo che si intreccia anche con la tragica scomparsa del suo autore.
Virgilio è la guida di Dante, che muove i suoi passi nell'oltretomba armato della lezione degli antichi e della fede in Dio. Ma Virgilio è capillarmente presente nella Commedia anche come modello di stile, di lingua, e come illustre precedente letterario. Il Virgilio poeta si definisce però soprattutto nell'incontro con altri viandanti, tra tutti Stazio, nei canti XXI-XXII del Purgatorio.
Spesso i canti della Commedia vengono letti come episodi autonomi, ma non è così che Dante li aveva concepiti. Il professor Riccardo Bruscagli racconta come Dante chiudeva e apriva i suoi Canti, analizzando le strategie narrative che legano tra loro gli episodi del capolavoro dantesco.
Dal Battistero di San Giovanni a Firenze ai mosaici bizantini di Ravenna: Gloria Giudizi ci spiega come gli stimoli visivi ricevuti dal poeta ne abbiano nutrito l’immaginazione, influenzando la concezione della Commedia.
Quando è nato il Purgatorio? Dante lo rappresenta per la prima volta come un luogo autonomo, una montagna costituita da cornici concentriche e presidiate da angeli. La produzione di splendide illustrazioni in miniatura, iniziata fin dalle prime copie manoscritte, dimostra la grande diffusione del poema, il cui corredo figurativo costituisce una vera e propria opera di divulgazione visiva.
Quanto Dante c'è nelle parole che ancora oggi pronunciamo, o nelle frasi che inconsapevolmente citiamo? Mario Cannella ci aiuta a individuare i "dantismi" grazie a un'indagine approfondita nel cuore del vocabolario Zingarelli.
In questo primo scorcio di XXI secolo, Dante resta il poeta d’Europa e della “contemporaneità”. Dopo i rifacimenti novecenteschi di Pasolini e Sanguineti, l’eco dantesca aleggia fin dalle prime pagine nel libro-reportage di Hisham Matar, Il ritorno, che indaga la storia recente della Libia.