Istantanee di un'arte effimera. Storia, cucina e letteratura
Con la storica della gastronomia Antonella Campanini abbiamo parlato della letteratura gastronomica, dalle prime testimonianze scritte ai blog dedicati al cibo
Non ci sono troppo dubbi: la cucina è un'arte. Tuttavia i cuochi e gli chef sono artisti atipici, dal momento che la loro arte è destinata a scomparire nelle bocche di coloro che possono gustare le loro creazioni. La cucina è in questo senso un'arte effimera e, forse più di ogni altra forma artistica, ha trovato nella parola scritta una preziosa alleata. Il libro di cucina nella storia è stato qualcosa di più che un semplice catalogo: è un modo per far rimanere in vita l'arte culinaria, da quella popolare a quella dei cuochi più celebri e rinomati delle corti.
Su questo intreccio fra storia, letteratura e cucina abbiamo intervistato Antonella Campanini, storica del Medioevo e docente di storia della cucina all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Nella prima parte dell'intervista Antonella Campanini tratteggia alcuni elementi storici sul cibo, le abitudini alimentari e i libri di gastronomia, proponendo anche un parallelo fra l'arte culinaria e la medicina in epoca medievale e rinascimentale.
Nella seconda parte Campanini si sofferma maggiormente sulla letteratura gastronomica: dalle opere rinascimentali di Bartolomeo Platina e Cristoforo di Messisbugo al fenomeno dei foodblogger.
Crediti immagini:Apertura: Giacomo Ceruti, "Verza, rinfrescatoio, mortaio, vasetto sigillato, piatto con insaccati, piatto con pollo spennato, tagliere con carne e rape, pomodori, cipolle e agli" (immagine tratta da Magazine Expo 2015)
LinkChiusura: screenshot dal video