Aula di Lettere

Aula di Lettere

Percorsi nel mondo umanistico

Sezioni
Accad(d)e che
Come te lo spiego
Interventi d'autore
Il passato ci parla
Sentieri di parole
Nuovo Cinema Paini
Storia di oggi
Le figure retoriche
Gli antichi e noi
Idee didattiche digitali
Le parole dei media
Dall'archivio
Tutti i temi del mese
Materie
Italiano
Lettere classiche
Storia e Geografia
Filosofia
Storia dell'arte
Scienze umane
Podcast
Chi siamo
Cerca
Storia dell'arte

Botticelli, anniversario della morte

Il 17 maggio 1510 moriva a Firenze Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, detto Botticelli. 105 anni dopo, una breve ricostruzione della sua vita e delle tappe fondamentali che l'hanno portato a essere uno dei più grandi pittori italiani
leggi
Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, detto Botticelli, nasce nel 1445, ultimo di quattro fratelli di una famiglia modesta. I primi documenti che si hanno su di lui lo dichiarano un ragazzo “malsano” e dal carattere introverso. Botticelli riceve i suoi primi insegnamenti nella bottega orafa del fratello Antonio; ma il vero apprendistato avviene nella bottega di Filippo Lippi, a Prato. L’influenza lippiana rimane evidente, non solo nelle opere della gioventù. Caratterizza infatti quel tratto morbido e sinuoso che contraddistingue la pittura di Botticelli, influenzata anche dallo studio di altri suoi colleghi contemporanei come il Pollaiuolo o Andrea del Verrocchio (alla cui bottega si formarono grandi artisti, tra cui Leonardo da Vinci). Solo dopo cinque anni di apprendistato, Botticelli inizia a lavorare in proprio. Quasi da subito viene a contatto con la filosofia dell’Accademia Neoplatonica, i cui ideali si cominciano a riflettere nella sua pittura: vi si legge l’esaltazione della bellezza corporea, data dal tratto lirico; la volontà di celebrare l’uomo e la sua qualità di potersi elevare, per mezzo della ragione, al divino; la capacità infine di  scendere ai livelli più bassi, quelli materiali, guidati dall’istinto. È grazie alla famiglia dei Medici che Botticelli riesce a ottenere un gran numero di commissioni nel corso dei successivi vent’anni. Diventa così uno dei pittori più acclamati del suo tempo e in soli dieci anni la sua bottega arriva a contare un gran numero di collaboratori e allievi. Forse è in questo momento che Botticelli tocca il massimo picco della propria ispirazione (sono infatti di questo periodo la Pimavera e la Nascita di Venere, opere con cui afferma l’avvenuta maturità, sia pittorica che filosofica) per poi avere una profonda crisi interiore che tinge i suoi dipinti di un esasperato misticismo. Da questo momento lo stile del Botticelli cambia profondamente. Dal 1490 fino alla morte dipinge solo temi sacri, abbandonando le teorie e gli ideali che lo avevano accompagnato per quasi tutta la vita. Conclusa l’epoca “savonaroliana”, la fama di Botticelli comincia a scemare in favore di nuovi artisti, quali Leonardo e il giovanissimo Michelangelo; il pittore muore in povertà il 17 maggio del 1510, a Firenze. Giulio Carlo Argan, celebre critico d’arte, curiosamente nato il 17 maggio del 1909, mette in questo modo a confronto Botticelli e Leonardo da Vinci: “Leonardo vuole spingersi dentro la realtà, analizzarla, scoprirne il segreto: vuole, cioè, l’esperienza. Botticelli vuole oltrepassarla, trascenderla, non «contaminarsi» con l’esperienza: vuole, cioè, l’idea.”
800px-Botticelli-primavera
633px-Sandro_Botticelli_083

Devi completare il CAPTCHA per poter pubblicare il tuo commento