L’allegoria è nel concetto
Come nella metafora, l’allegoria nasconde, dietro le parole, un’allusione, un senso riposto. Dice insomma qualcosa di diverso rispetto a ciò che esprime: possiede un senso letterale e anche qualcos’altro, qualcosa che “vuole dire”. L’esempio classico che si fa in questi casi sono le tre fiere che, all’inizio dell’Inferno, ostacolano il cammino a Dante: la lonza, il leone e la lupa sono allegorie della lussuria, della superbia e della cupidigia. Perché non sono metafore? Perché le metafore sono, generalmente, racchiuse in un’immagine, in un’intuizione. L’allegoria, invece, ha bisogno di più parole per esprimersi – e arriva a volte a coincidere con l’intera opera. Aristotele diceva che l’allegoria è una «metafora continuata», altri hanno sostenuto che sia una serie ininterrotta di metafore – un discorso costruito interamente per parlar di una cosa senza parlarne direttamente. L’allegoria è dunque una concatenazione di concetti, più che di immagini e, a differenza della metafora – che ha senso soltanto se viene capita da chi legge –, l’allegoria ha un senso preciso (possiamo credere, senza vedere il livello allegorico, che Dante le tre fiere le abbia incontrate davvero; del resto ha attraversato un bosco e sta salendo un monte, è perfettamente verosimile che incontri degli animali e ne abbia paura. Sta a noi cogliere il significato allegorico che c’è sotto questo racconto). Insomma l’allegoria racconta una storia, e ne sottintende un’altra: dice un fatto, e sottintende il mondo.![Salvatore_Quasimodo_1959](https://ieb-assets.s3-eu-west-1.amazonaws.com/files/cache/wp_aulalettere/2015/11/salvatore_quasimodo_1959-e1447339726317.jpg/salvatore_quasimodo_1959-e1447339726317_960x0_0373ea2f138949e870aa2975f226064d.jpg)