La cosiddetta "primavera" araba iniziò quando, fra il dicembre 2010 2 il febbraio 2011, nel Nordafrica e nel Medio Oriente prese forza un movimento di protesta contro i governi al potere che si estese rapidamente e che in alcuni casi (Tunisia ed Egitto) portò alla caduta del regime. Alcune caratteristiche erano comuni a tutti questi movimenti:
– avevano per protagonisti i giovani, in particolare i più istruiti, che soffrivano la disoccupazione e la mancanza di prospettive,
– denunciavano la corruzione delle élite al potere,
– rivendicavano maggiore libertà politica e di espressione,
– non avevano uno sfondo religioso, né erano guidati dal pregiudizio anti-occidentale,
– facevano uso dei moderni mezzi di comunicazione, come i social network su internet, per aggirare le proibizioni dei regimi e far circolare le informazioni.
L’effetto-domino di queste rivoluzioni arabe venne da alcuni paragonato a quello che dopo l’apertura del muro di Berlino portò al crollo dei regimi comunisti, ma con una caratteristica particolare (vedi articolo di Ulrich Beck da "la Repubblica").