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Storia dell'arte

Antonio Canova in mostra a Bologna: alle origini della Pinacoteca

Dal 4 dicembre 2021 al 20 febbraio 2022, il percorso espositivo che ricostruisce un periodo fondamentale della storia artistica e culturale della città
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Massimo esponente del Neoclassicismo in scultura, Antonio Canova (1757-1822) ebbe un ruolo significativo anche come “diplomatico dell’arte” per tutte le città degli Stati Pontifici, e per Bologna in particolare. La mostra “Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca ricostruisce questo aspetto della biografia del “nuovo Fidia”, inaugurando così le celebrazioni per il bicentenario della morte dell’artista. Obiettivo dell’esposizione è quello di approfondire il tema dei rapporti tra l’artista e la città, le sue istituzioni ed i suoi artisti, evidenziando il ruolo dello scultore nella storia della collezione della Pinacoteca, nata nel 1808 come quadreria dell’Accademia di Belle Arti. Canova fu, infatti, al centro di diverse operazioni diplomatiche che permisero di recuperare il patrimonio artistico bolognese, sottratto e traferito in Francia durante le spoliazioni napoleoniche. Il percorso richiama alla prima grande mostra di arte antica tenutasi a Bologna, organizzata all’inizio del 1816 per presentare i capolavori restituiti alla città tra cui celeberrime pale di Perugino, Parmigianino, Ludovico Carracci, Guido Reni e Guercino. L’evento di più di due secoli fa è oggi rievocato sia attraverso l’esposizione delle stesse opere, allora tanto ammirate, sia attraverso una video-ricostruzione digitale 3D. La mostra si articola in tre sezioni: la prima è dedicata all’artista e alle sue visite in città, con particolare attenzione al suo primo soggiorno nell’autunno del 1799, ricostruito attraverso il suo diario giovanile in esposizione. La seconda è completamente dedicata al rapporto tra Canova e l’Accademia di Belle Arti di Bologna e include tra le opere testa di Papa Clemente XIII Rezzonico ed una Maddalena penitente, restaurata da poco e presentata al pubblico per la prima volta. La terza sezione, infine, comprende le opere trafugate durante le invasioni napoleoniche. La mostra sarà allestita presso il Salone degli Incamminati, negli spazi sotterranei della Pinacoteca Nazionale, e ospiterà dipinti, sculture, manoscritti e documenti provenienti da diverse istituzioni museali, biblioteche e archivi. Di particolare rilevanza sono i prestiti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, dai Musei Civici di Bassano del Grappa, dalle Collezioni Comunali d’Arte, dalla Biblioteca dell’Archiginnasio, dall’Università di Bologna, dalla Fondazione Carisbo, e dalla Pinacoteca Civica di Cento. L’esposizione, in programma dal 4 dicembre 2021 al 20 febbraio 2022, è promossa in sinergia con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, con la collaborazione della Società di Santa Cecilia - Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e della casa editrice Electa. Il programma prevede una sezione dedicata alla didattica per la scuola primaria e alle attività per famiglie.
Per consultare il sito della mostra clicca qui
  Crediti immagini Apertura: Locandina della mostra (canovabologna.it) Box: Antonio Canova, Autoritratto, Bassano del Grappa, Museo Civico, gesso, 1812, ©Musei Civici di Bassano del Grappa  Non nuovo in gioventù ad autoritrarsi sebbene, paradossalmente, solo in pittura, nel 1812 Canova si risolveva infine, esortato da più parti, a modellare la propria immagine scultorea. Così ne scrive all’amico Pietro Giordani nel febbraio di quell’anno: «Sai, caro amico, che ora si sono riuniti tutti a sollecitarmi per aver i lavori compiti? Mai non sono stato più tanto pressato; e sai ancora che, malgrado questo, fui messo al punto di dover modellare il mio ritratto? Tanto mi fu detto e ridetto che mi aveano scolpito sempre senz’anima! dunque ho posto mano alla Creta, ed ho veduto, con sorpresa, che dalla mia testa se ne può trarre un buon partito». Il gesso qui esposto, custodito nel Museo di Bassano, è uno degli esemplari personali dell’artista, formato forse direttamente dal marmo: oltre a presentare il volto del suo autore, vuole anche rammentare la presenza a Bologna dal 1813 in casa di Pietro Giordani di un altro esemplare oggi andato perduto. (electa.it/ufficio-stampa/antonio-canova-e-bologna-alle-origini-della-pinacoteca/)  
Canova_Bologna
Canova_Autoritratto

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